sábado, 27 de diciembre de 2008
Russia: Europa rischia un gelido inverno
La recente nascita dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di Gas a Mosca, e' stata accompagnata dalla dichirazione sibillina di Putin "..e' finita l'epoca dell'energia a basso costo". Il prezzo del petrolio ha raggiunto i 40 dollari, vale a dire un terzo del costo di tre mesi addietro. Tuttavia per gli automobilisti il ribasso non ha seguito questo ritmo.
Questi prezzi -con gli svalutatissimi dollari attuali- non favoriscono gli investimenti a lungo termine necessari per la trivellazione, estrazione, raffinazione e condutture, sia del gas che del petrolio. Le tecnologie e gli impianti sono sempre piú costosi.
I Paesi dell'Unione Europea -salvo quelli che dispongono di energia nucleare- sono esposti ad un gennaio molto freddo, perché la Federazione Russa ha messo in guardia che l'Ucraina deve saldare una fattura di 2,4 miliardi di dollari per le forniture passate. A gennaio taglierá i rifornimenti all'Ucraina, e questa sicuramente sottrarrá gas attingendolo dal flusso delle forniture dirette all'Europa.
L'Ucraina spera che l'Unione Europea faccia pressione sulla Russia, e Mosca ribadisce con forza che continuerá a inviare le forniture all'Europa, ma questa si faccia valere con il governo dell'Ucraina se stornera' le forniture.
Dopo la caduta del prezzo del petrolio, Mosca non puo' permettersi di abbonare all'Ucraina 2,4 miliardi di dollari, e dice apertamente che "..il Vecchio Mondo potrebbe convertirsi nello scenario di una versione economica della guerra contro la Georgia (agosto 2008)"
Bruxelles deve scegliere tra la sicurezza e stabilitá energetica e l'imperativo categorico made in NATO di far entrare ad ogni costo l'Ucraina e la Georgia nella NATO. Non si puo' pretendere che Mosca regali risorse finanziarie di questa portata ad un governo che gli e' ostile, e che vuole piazzare le armate degli Stati Uniti lungo la frontiera comune.
L'Europa avalla, o subisce ambiguamente, il disegno strategico degli Stati Uniti di istallarsi definitivamente sugli altipiani afgani, da dove potrebbe mantenere sotto tiro Russia e Cina, e minacciare l'India.
Vista la precarietá delle vie di rifornimento alla NATO schierata in Afganistan attraverso il Pakistan, gli Stati Uniti hanno un bisogno vitale di imporre agli europei l'irregimentazione dell'Ucraina e della Georgia nella NATO. Sarebbero i primi due anelli della nuova e costosa via di comunicazione tracciata dagli strateghi del Pentagono.
La direttrice Georgia, Kazakistan, Uzbekistan diventa l'alternativa all'accesso dal Pakistan o dal territorio russo, di cui Putin aveva dato la disponibilita' per la "lotta antiterrorista".
Gli inamovibili funzionari di Bruxelles devono definire le priorita' strategiche: sicurezza energetica o full subordinazione al Pentagono che -attraverso la NATO- ingabbia con successo l'autonomia europea, e ritarda la sua ridefinizione sul nuovo scenario multipolare.
Sia come sia, per gennaio la morsa del freddo non sara' una conseguenza solo metereologica. Sara' anche una scelta politica.
Riusciranno a inquadrare il conflitto russo-ucraino in modo diverso da un litigio manicheo tra Ucraina "democratica" e Russia "autoritaria"? Improbabile.
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