martes, 14 de julio de 2009

Brasile: Approvata legge che integra gli immigrati

Luis Inacio LULA Da Silva
Comincio col ringraziare in nome del popolo brasiliano tutti gli immigrati che aiutarono e continuano ad aiutare il nostro paese. Questa terra è generosa e sempre ha ricevuto a braccia aperte tutti coloro che vengono per lavorare, crescere i loro figli e costruire una vita nuova.

È per questo che le misure che oggi adottiamo daranno agli immigrati gli stessi diritti e gli stessi doveri previsti nella Costituzione Federale per i nostri compatrioti ad eccezione di quelli esclusivi per i brasiliani nativi. Tra questi diritti è bene risaltare la libertà di circolazione nel territorio nazionale e il pieno accesso al lavoro rimunerato, all’istruzione, ai servizi sanitari e alla Giustizia.

Queste nuove leggi mostrano che il Brasile si pone, ogni volta di più, all’altezza della realtà migratoria contemporanea, delle condizioni globali dello sviluppo economico e sociale e del rispetto fondamentale dei diritti umani. Esse sono, inoltre, il risultato di un ampio dibattito nazionale con la partecipazione dei diversi settori della società e degli stessi immigrati, che hanno avuto così l’opportunità di chiarire i problemi che affrontano e di proporre soluzioni.

È necessario rilevare che questa regolarizzazione viene in un momento molto speciale in cui si approfondisce e si amplia il processo di integrazione dell’America del sud. Durante molti decenni il Brasile ha sempre accolto europei, asiatici, arabi, ebrei, africani e, recentemente, abbiamo ricevuto forti correnti migratorie dei nostri fratelli dell’America del sud e dall’America Latina. Siamo, in verità, una nazione formata da immigrati.

Una nazione che dimostra nella pratica come le differenze culturali possono contribuire alla costruzione di una società che cerca sempre l’armonia e combatte con rigore la discriminazione e i pregiudizi. Non solo siamo un popolo “misturato”, ma ci piace essere un popolo “misturato”! Da qui viene gran parte della nostra identità, della nostra forza, della nostra allegria, della nostra creatività, del nostro talento.
Non possiamo dimenticare che la stessa Costituzione brasiliana quando parla dei diritti e delle garanzie fondamentali, stabilisce che tutti sono uguali davanti alla legge, siano essi brasiliani o stranieri residenti. Lo Stato brasiliano, per mezzo di accordi firmati in vari incontri internazionali, riconosce che gli immigrati sono titolari di diritti e doveri che devono essere rispettati.

Sosteniamo che la immigrazione irregolare è una questione umanitaria e non può essere interpretata come un problema di criminalità. Adottiamo per questa situazione un approccio inclusivo, equilibrato, tenendo presenti i principi dell’universalità, dell’interdipendenza e dell’indivisibilità dei diritti umani.
Per migliaia di brasiliani vivere in paesi come gli Stati Uniti, il Giappone, l’Italia, la Spagna, Il Portogallo, per esempio, significa un sogno di progresso. Ma per molti dei nostri vicini, il Brasile è visto come una possibilità reale di migliorare la loro vita. Qui, questi stranieri hanno diritto ai servizi pubblici della sanità e i loro figli all’educazione gratuita, il che purtroppo non succede in molti paesi che ricevono immigrati brasiliani.

Consideriamo ingiuste le politiche migratorie adottate recentemente in alcuni paesi ricchi che hanno, come uno dei punti principali, il rimpatrio degli immigrati. Per noi la repressione, la discriminazione e l’intolleranza non vanno alla radice del problema. Ho già detto altre volte e lo ripeto: nessuno lascia la sua terra perché lo vuole, ma perché è obbligato o perché pensa che può costruirsi altrove una vita degna e migliore per sé e per i suoi figli. E parlo per esperienza.

Fu proprio questo che accadde alla mia famiglia quando lasciammo il sertão del nord-est, nello stato di Pernambuco, per la città di São Paulo. Andammo in cerca di opportunità, lavoro, cultura, migliori condizioni di vita. Proprio per questo penso che i paesi ricchi dovrebbero considerare la questione dell’immigrazione in modo più solidale. Dovrebbero stabilire collaborazioni che promuovano lo sviluppo delle regioni e dei paesi dove si origina il flusso migratorio, creando opportunità, lavoro, migliori condizioni di vita.

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