foto D. Damoison
Gianni Petrosillo
Il governo Berlusconi continua a tessere la sua trama di buoni rapporti internazionali, accumulando business redditizi e stringendo convenienti amicizie con molte potenze emergenti, tanto regionali che mondiali. Queste azioni, che, tuttavia, richiederebbero maggiore coerenza e coordinazione, tanto da essere inserite in un piano strategico più strutturato e valido sul lungo periodo, stanno lentamente ridisegnando il ruolo dell’Italia sullo scacchiere geopolitico planetario, facendo spazientire Washington.
Dopo le intese e gli accordi nel settore energetico con Russia, Libia e Algeria, l’apertura del dialogo con l’Iran (in un momento storico in cui gli altri partner europei reclamavano sanzioni esemplari, come risposta alle repressioni di piazza dopo i presunti brogli elettorali di Ahmadinejad), e le intese con la Cina per il miglioramento dei rapporti commerciali e dei reciproci investimenti, adesso si manifesta pure la volontà di non politicizzare lo scontro con le autorità venezuelane, le quali proseguono sulla strada delle nazionalizzazioni che stanno danneggiando i nostri connazionali lì operanti.
Il governo però ha smorzato i toni ribadendo che la situazione resta monitorata e sotto controllo. Gli italiani espropriati saranno indennizzati e, pertanto, non vi è nessuna necessità di far precipitare i rapporti diplomatici col Venezuela. Benissimo e ben detto! Tanto più che il sottosegretario agli esteri Enzo Scotti, rispondendo ad una interrogazione, presentata dal deputato del Pdl Zacchera, circa la tutela da prestare ai cittadini italiani sottoposti a tali provvedimenti e al possibile intervento degli organismi internazionali nella “crisi venezuelana”, si è spinto in una serie di valutazioni politiche molte oneste e oggettive.
Quest’ultimo ha affermato che non vi è ‘crisi del regime di Chavez’ e le varie consultazioni elettorali hanno dimostrato che il popolo venezuelano condivide i principi del bolivarismo perorarti da Chavez. Inoltre: "l'ambasciata d'Italia, riguardo all'evoluzione del quadro politico interno venezuelano, riferisce che nell'ultimo periodo le condizioni generali della popolazione e soprattutto delle fasce meno abbienti sembrano migliorate grazie alle politiche sociali approntate dal presidente Chavez: la povertà relativa e quella estrema sono percentualmente diminuite secondo gli indici del programma di sviluppo delle Nazioni Unite, i tassi di alfabetismo sono aumentati, sono oramai funzionanti le strutture sanitarie di base nei ‘barrios’, i cui abitanti sono stati fino ad ora privi di qualsiasi assistenza medica".
E sulle nazionalizzazioni nel settore petrolifero viene anche ribadito che "Si tratta di decisioni prese con atti legislativi, e quindi sovrani, l'azione del governo si concentra sugli aspetti relativi alla tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei titolari delle imprese coinvolte. La nostra ambasciata a Caracas si è fatta prontamente parte attiva e diligente con il ministero degli esteri venezuelano, con il gruppo di amicizia parlamentare italo-venezuelano, con il ministero dell'Energia e con alcune personalità chaviste vicine alla comunità italiana per manifestare la viva aspettativa che siano corrisposti equi e tempestivi indennizzi.
È stato inoltre promosso un incontro con gli imprenditori italiani e italo-venezuelani della compagnia petrolifera statale (Pdvsa) per valutare la portata del provvedimento delle nazionalizzazioni. In tale occasione la nostra ambasciata ha informato sull'intenzione di continuare a mantenere i più stretti contatti con il ministero dell'Energia e petrolio, con la Pdvsa ed il ministero degli Esteri per agevolare il rispetto degli interessi delle imprese nella prossima fase di determinazione degli indennizzi.
I presenti hanno tenuto a esprimere il loro apprezzamento per l'azione e la disponibilità dell'ambasciata a Caracas e del consolato a Maracaibo". La posizione italiana è chiara, col Venezuela occorre dialogare in quanto paese democratico che si muove in un contesto di leggi certe e non arbitrarie.
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