viernes, 7 de agosto de 2009

Messico: La marcia dei fiori

Finalmente la magistratura accusa i responsabili dell'incendio dell'asilo nido

Città del Messico, mercoledì 5 agosto, Sotto una pioggia fittissima circa 300 persone si sono concentrate nei pressi della sede dell’IMSS (l’istituzione messicana per la previdenza sociale per i lavoratori del settore privato) per celebrare la seconda protesta nazionale per l’incendio dell’asilo nido ABC di Hermosillo, Son., avvenuto il 5 giugno scorso.

A due mesi esatti dalla tragedia, le autorità locali e federali faticano a spiccare i mandati di cattura e ad attribuire le responsabilità legali a chi vi è implicato: innanzitutto i soci dell’asilo nido, ma anche il governatore di Sonora, Eduardo Bours, il Presidente dell’IMSS, Daniel Karam, e lo stesso Presidente della Repubblica, Felipe Calderón.

Dopo un breve corteo “funebre”, aperto da una bara con la scritta GIUSTIZIA e animato da persone con le mani piene di fiori, candele e fiaccole, i manifestanti hanno partecipato e/o assistito ad una performance e all’allestimento di un’offerta floreale ai 49 bambini bruciati nella trappola mortale di un capannone industriale fatiscente.

Tra gli organizzatori, c’erano vari esponenti della comunità artistica e intellettuale, così come due pilastri della militanza di sinistra in Messico: da un lato, il collettivo Mujeres sin miedo (a cui partecipano Ofelia Medina, Begoña Lecumberri, Carmen Huete, Humberto Robles, Giovanna Cavasola, Francesca Guillén) e dall’altro la Resistencia Civil Pacífica che fa capo all’attrice Jesusa Rodríguez, l’ala più creativa e combattiva del movimento contro la frode elettorale del 2006, nonché instancabile base d’appoggio all’ex candidato presidenziale, Andrés Manuel López Obrador (AMLO). Ma anche altre organizzazioni politiche e sociali, come Conciencia y Fuerza Ciudadana e Por Nuestros niños contra la Impunidad, e vari cittadini indipendenti.

Anche nel resto del paese ci sono state varie mobilitazioni: ad Hermosillo la Marcha de las flores ha riunito più di duemila persone, che hanno camminato per otto chilometri sotto un sole cocente (40ºC), in silenzio e al solo suono di quattro tamburi; anche a Monterrey e a Tlaxcala la società civile è scesa in piazza.

E' di oggi la notizia che la Suprema Corte di Giustizia della Nazione (SCJN) ha finalmente votato a favore di attrarre il caso di Hermosillo per attribuire le responsabilità a chi di dovere e determinare se e quali negligenze si sono verificate. Come sempre, i tre ministri più recalcitranti e reazionari hanno votato contro e gli altri otto a favore. Ma non è detto che la vicenda si concluda con un duro colpo all’impunità: come nel caso di Atenco e Oaxaca, può essere che il più alto organo giudiziario determini che le responsabilità ci sono, ma che il castigo non procede!

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