domingo, 25 de julio de 2010

Ungheria impone tassa ai banchieri

Tassa del 0,45% agli utili bancari e 5,2% per le assicurazioni

“Le istituzioni finanziarie devono fare la loro parte nella distribuzione più equa degli oneri fiscali, almeno temporaneamente, per il periodo necessario a far riprendere quota all’economia e a stabilizzare la situazione finanziaria. La tassa imposta alle banche è necessaria, giusta ed efficace ed è utile agli interessi del paese e delle persone in condizioni particolarmente difficili”.

A pronunciare queste eretiche parole è il Primo Ministro ungherese Viktor Orban, leader del partito Fidesz , il “rinnegato” che giovedì scorso ha osato far approvare dal Parlamento magiaro una legge che impone alle banche ungheresi, alle compagnie assicurative e ad altri istituti finanziari una folle tassa sugli attivi (dello 0,45% per le banche e del 5,2% per le compagnie assicurative), destinata a durare per almeno tre anni a partire dalla fine del 2009. Il provvedimento, stando alle dichiarazioni di Orban, dovrebbe servire a contenere il deficit ungherese entro il 3,8% del PIL.

Tristemente, la legislazione è stata pure approvata con una maggioranza che, se non stessimo parlando dell’Ungheria, potremmo definire bulgara: 301 voti favorevoli contro 12 contrari. Pressoché unanime, com’è comprensibile, lo sdegno che l’iniziativa ha suscitato presso i creditori internazionali dell’Ungheria, le istituzioni europee e il Fondo Monetario Internazionale.
“Questo è populismo!”, si sono lagnati all’unisono i tapini defraudati. “Così si blocca la crescita del paese! Si mina la fiducia degli investitori! E poi, sul lungo periodo, è una misura che si rivelerà poco utile al contenimento del deficit”. Sante parole. Un paese, come è noto, non è composto dai suoi cittadini, dalle loro esigenze, dalle loro iniziative commerciali e culturali, ma solo ed esclusivamente dai suoi operatori finanziari.....

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