sábado, 26 de marzo de 2011

Gran Bretagna - GUINESS dei PRIMATI: IN PENSIONE A 80ANNI!

Attilio Folliero, Tito Pulsinelli
Folliero/Selvas
L’arcipelago non finisce mai di stupire, ma negli ultimi tempi solo per cose negative. Si sa che è la terra del Guiness, però finora si ignorava che fosse anche un incontaminato paradiso degli elefanti. O il regno infinito della longevità equamente distribuita ed accessibile a tutti i ranghi, gruppi e sottogruppi sociologici. Il Regno Unito sta studiando un meccanismo per agganciare l’età della pensione alle aspettative di vita. Infatti, il ministro cancelliere George Osborne ha annunciato di voler collegare l’età pensionabile alla longevità della vita. Secondo il ministro inglese
dato che la vita si sta allungando e che il 20% dei sudditi di sua mestà appena nati, vivranno fino a cento anni, è giusto studiare un meccanismo per portare l’età pensionabile di questi sudditi appena nati a 75 o addiritttura a 80 anni.

L’età pensionabile a partire dal 2020, nel Regno Unito sarà portata a 66 anni. Successivamente, il meccanismo potrebbe elevare l’età pensionabile di un anno, ogni due anni. Pertanto coloro che entreranno nella amministrazione pubblica negli anni venti, o forse negli anni trenta, dovranno attendere fino a 75 e probabilmente 80 anni per andare in pensione.

Tale provvedimento potrebbe riguardare i sudditi inglesi appena nati, che entreranno nel mondo del lavoro negli anni trenta, fra 20 anni circa, o nel più pessimistico dei casi, di coloro che oggi hanno circa 10 anni e che entreranno nel mondo del lavoro nel 2020.

Gli inglesi che per le istituzioni sono sudditi di sua maestà e non cittadini, da decenni sottomessi ad un ferreo lavaggio del cervello, privati di ogni coscienza di classe, accetteranno tacitamente anche questa misura o cominceranno a svegliarsi?

La scusa per introdurre questo provvedimento è l’innalzamento della speranza di vita. Mentre oggi ogni anno 10.000 sudditi di sua maestà festeggia i cento anni, nel 2066 saranno mezzo milione all’anno. Anche altri paesi europei, soprattutto quelli  più “civili”, come Svezia, Norvegia e Germania hanno introdotto o stanno studiando meccanismi per agganciare l’età della pensione alla speranza di vita. 
I gestori dei fondi pensione hanno subito accolto molto favorevolmente l’iniziativa, come Joanne Segarse dell’Associazione Nazionale dei Fondi Pensioni che ha prontamente plaudito l’iniziativa del governo britannico.
Anche la servile sinistra inglese, partito laborista e sindacati hanno prontamente espresso parere favorevole, come la laburista Michelle Mitchell che –stando al Telegraph– in linea di massima accetta l’innalzamento dell’età pensionistica, purchè siano eliminati gli automatismi ferrei agganciano con la presunta sepranza di speranza di vita media.E’ la solita sinistra che si barcamena fingendo di difendere i lavoratori, ma è ultrasensibile alle ragioni del capitale. 

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