L'estrazione di petrolio è calata a 400mila barili, ed oggi le esportazioni sono state sospese. L
L’iniziale ed abortito golpe USA-britannico contro Gheddafi, derivato poi nella fallita “conquista del Palazzo e linciaggio del tiranno”, scaduta poi nell’inverosimile prolungata “Marcia su Tripoli”, ha messo in evidenza che è indispensabile sporcarsi direttamente le mani. Non basta sponsorizzare i peones indigeni, da soli non ce la fanno, nonostante le preventive infiltrazioni di commandos britannici. La guerra mediatica non è decisiva, e non fila liscia come in altre occasioni. Ora è impegnata a trasformare in “governo provvisorio” quel che è un incipiente coordinamento dei gruppi ribelli della Cirenaica.
Concretamente: sul tappeto c’è il blocco navale e zona di esclusione aerea. Il ministro della difesa Gates ha espresso alto e forte la sua contrarietà ad aprire qualsiasi altro fronte di guerra per gli Stati Uniti. Ha bacchettato i britannici che parlano “a ruota libera” di no-fly-zone. Non sanno quel che significa: è necessario ben di più della portaerei USS Enterprise per le numerose ondate successive di voli incursori. Gates conosce la quantità di armamento anti-aereo venduti a Gheddafi, il volume di fuoco ed i rischi necessari per distruggerlo.
Secondo gli standard abituali sono necessarie tre portaerei –parzialmente sopperibili con gli aeroporti italiani- ma questo è possibile solo sguarnendo altri fronti, come l’afgano. E’ praticabile solo l’intervento militare alleato, con benedizione dell’ONU e l’indispensabile unanimità della NATO. Ma Lavrov ha ribadito che “la Russia è ostile ad ogni intervento armato in Libia; un intervento straniero –soprattutto armato- non risolve le cose”. Sospende la collaborazione militare con Tripoli ma pone il veto al resto. La Cina propugna “metodi pacifici”.
E’ chiaro quel che hanno da guadagnare la BP , Total e Chevron dall’ingerenza militare in Libia, rimane misterioso quel che di positivo ne potrà ricavare l’Italia. E’ un gioco a perdere, un salto mortale carpiato. A maggio bisognerà incrementare gli acquisti di idrocarburi alla Russia e all’Iran. L’ala sinistra del liberismo –attualmente all’opposizione- quando si deciderà a dire finalmente dov’è lecito comprare il fabbisogno energetico nazionale? Per il resto, gli affari interni e il futuro della Libia debbono poterlo decidire solo i libici, senza ingerenze esterne. Questo dovrebbe essere anche l’orizzonte della Farnesina che sta castrando Finmeccanica ed ENI e sarà inondata di profughi.
2 comentarios:
Ci sono predoni di serie A e predoni di serie D: questi ultimi si devono accontentare delle briciole (il gioco a perdere).
l'interventismo della farnesina è probabilmente dovuto alla "neccesità" di togliere dalle prime pagine il nucleare !!
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