lunes, 20 de junio de 2011

Libia: "Ribelli" chiedono "governo-chiavi-in-mano"


Frattini allarmato per la "credibilità" della NATO: più tasse e più bombe? - Esauriti gli obiettivi militari, in aumento gli attacchi a strutture civili - 1 milione di kalashnikov sulla via di Tripoli - 
Tito Pulsinelli
"La NATO mette alla prova la sua credibilità" dice l'evanescente ministro Frattini, quando rimbalza persino sulle prime pagine dei quotidiani, l'eco mortifera delle bombe cadute sull'università di Tripoli e su alcuni ospedali. No, la credibilità se l'è già giocata, sin dall'inizio, a causa della impossibilità di sostanziare con logica persuasiva un'avventura, dettata dalla disperazione e dai calcoli sbarazzini di Londra e Parigi.
Per il governo, la credibilità non è esistita, sin dall'inizio, quando ha fatto acrobazie per riconvalidare urbi et orbi che l'Italia è geneticamente incapace di terminare una guerra mantenendo l'alleato di partenza. La Farnesina,
nonostante le piroette da saltimbanco del suo capo, finora non ha saputo spiegare qual'è il vantaggio strategico complessivo di stracciare un Trattato d'Amicizia -con relativi contratti a lunga scadenza riguardo commerci e forniture energetiche preferenziali- e cambiare cavallo in piena corsa. Oggi, Frattini è ridotto a chiedere ai separatisti di Bengasi di bloccare i migranti; ieri era un'infamia umanitaria scaraventata contro Gheddafi. 

"Zona di esclusione aerea" è un totem fatto di gomma da masticare, estendibile, mutevole, discrezionale. Secondo la semantica atlantista, significherebbe blocco navale, blocco dei beni finanziari di un Paese, blocco dei commerci, distruzione di aeroporti, caserme, strade, edifici pubblici e privati, centri di comunicazione, università ed ospedali. In pratica: ottenuta "l'esclusiva aerea" per l'aviazione militare atlantista, esercitare il libero tiro al bersaglio, fino alla resa degli aggrediti. Per imporre un nuovo governo ed una nuova classe dirigente, più mansueta e remissiva.


La risoluzione dell'ONU non fa nessun riferimento a tutto questo, e Ban ki-moon tace di fronte all'arbitraria interpretazione dei neo-colonialisti europei e delle petromonarchie del Golfo.Trangugiarsi la Libia impone un prezzo ben più salato dell'inesistita "credibilità", già riflessa nel diffuso e pubblico scetticismo generale, e nella frammentazione crescente e paralizzante dei settori dirigenti. Non sono mai stati coesi sin dall'inizio della spedizione libica. No, la partecipazione attiva dell'Italia ad una seconda guerra in un secolo contro una nazione amica, non è una "naturale conseguenza" -di che?- come pretende Napolitano. 

Le "istituzioni internazionali" sono una foglia di fico che non copre più nulla. Persino Gates, uscente ministro della guerra di Washington, si è lamentato che "meno della metà dei soci della NATO ha un qualche ruolo attivo, e solo cinque di essi partecipano a livello militare".  Quanto all'ONU, la stragrande maggioranza dei Paesi membri si oppone ai bombardamenti, solo una risicata maggioranza della sua cupola ostentò il pollice verso.

In ogni caso, si sono esauriti gli obiettivi militari colpiti, svanisce pertanto l'invulnerabilità della superiorità tecnologica. Per arrivare a Tripoli, ora si tratta di avanzare sul terreno, e i "ribelli" -che assomigliano sempre più ad una armata Brancaleone- non offrono molte garanzie: non possono esibire nessuna conquista convincente e duratura. Batton sempre cassa e pretendono che la NATO faccia il lavoro sporco per conto loro. Ci sono un milione di kalashnikov che si frappongono al loro arrivo a Palazzo, ed il "governo provvisorio" è disponibile solo ad asservi trasportato in elicottero. La Yugoslavia fu cancellata dalle mappe dopo 45 giorni di bombardamento, la Libia resiste da tre mesi ai diktat atlantisti.

1 comentario:

Avenarius dijo...

>>Il presidente, sulla Libia stop alla Lega: "Abbiamo ascoltato l'appello dell'Onu. Non ci si illuda di esorcizzare la pressione di chi anela alla libertà"<<

pertanto continueremo a massacrare bombardando la popolazione civile, che sostiene in gran maggioranza Gheddafi, e ad appoggiare i nostri lacché tagliagole di Al-Qaeda, che al momento fanno per noi il lavoro sporco sul terreno

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