Aligi Sassu, Vespri siciliani
Calunnie da parte di chi finora ha contrapposto solo alcune orette di sciopero
Tito Pulsinelli
''Nessuno è in grado oggi di stabilire quando finirà l'attuale crisi economica e finanziaria, poi diventata sempre di più crisi sociale; ma ciascuno di noi ha il dovere di scegliere come chiudere il "tempo della povertà..."'. Non un populista incurabile, neppure un irresponsabile ''forconista'' ha detto queste parole oneste e sincere. E' stato Monti, Mario Monti, l'uomo venuto dal freddo inframondo degli interessi composti posticipati, ineluttabili ed eterni. Le ha dette ad un intervistatore de l'Osservatore Romano, con la sicurezza di chi parla a pochi intimi. La lingua biforcuta sa emettere suoni differenti in
Tv, quando parla alle oligarchie o ai plebei. L'uomo della stagione unica neoliberista, ha un discorso per ogni interlocutore. Ebbene, i rivoltosi di Sicilia hanno deciso di affrontare il loro ''tempo di poverta' '' lottando con dignita', reagendo alla spoliazione sistematica eseguita per conto di Goldman Sachs e dei pirati anglosassoni. Non vogliono soccombere senza battersi. Raccolgono il guanto di sfida che gli indigeni della Bolivia seppero lanciare contro governi telecomandati dal FMI. Riprendono l'esempio dei piqueteros dell'Argentina che bloccavano la rete stradale nazionale a singhiozzo. Espulsi dalle fabbriche, senza lavoro, senza tetto, senza mutua, avevano solo la strada come strumento di lotta.
Gli indios boliviani, dell'Ecuador e i piqueteros non si sbagliarono, furono efficaci, e mandarono a casa 5 governi ciascuno, e con il linguaggio universale dei fatti concreti, riuscirono ad allentare la morsa della dittatura finanziaria che li stava strangolando. Diedero vita ad ampie alleanze sociali dove confluirono tutte le vittime, senza discrimanazioni od esclusioni. Furono oggetto di calunnia ed infamie assortite, e poi di persecuzioni e violenze. Come avviene oggi contro la ribellione siciliana, bersagliata da diffamazioni ''politichesi'', da parte di chi finora ha contrapposto solo alcune orette di sciopero contro l'attacco piu' radicale dell'ultimo mezzo secolo contro i diritti e le condizioni di vita della maggioranza sociale.
E' un alibi etereo, che li condannera' a breve alla defunzione politica. A che servono quanti sono incapaci di ostacolare la marcia trionfale dell'elite finanziaria, fattasi Stato in Italia e in Grecia? Il contesto attuale contrappone concretamente il fronte di forze che difende gli interessi materiali delle genti appartenenti ad un territorio nazionale versus il ''partito'' globalista dei banchieri. Del resto, nella confessione di Monti al quotidiano vaticano, in modo criptico, esplicita che ''..pensare che la causa della crisi sia l'euro è non solo un errore economico, ma un pretesto o, peggio, un tentativo di scaricare sull'Europa problemi anche di altre realtà, che coinvolgono ulteriori responsabilità e ben altri interessi ''.
Quali sono queste altre realta', ulteriori responsabilita' e ben altri interessi, non e' dato sapere. Solo possiamo immaginare. I soliti imbecilli replicanti, pero', balbuzieranno l'accusa di ''complottismo'', o sputeranno critiche contro ''ambigue'' lotte ''populiste'', ma si guarderanno bene dall'organizzarne di ortodosse o ''politicamente corrette''. I sostenitori della ''via italiana alla liberizzazione'' sappiano che siamo solo all'inizio dei ''sacrifizi''. A breve vanno in scadenza 3oo miliardi, che sommati ai 1oo miliardi annuali fissi di interessi e agli altri 1oo di debito annuale strutturalef, fanno 5oo. Dalla Sicilia mandano a dire che loro hanno gia' dato.
1 comentario:
Vedi questi due interessanti articoli, che aprono una dicussione propositiva su questo movimento
vedi qui: http://www.altramente.info/archivio/8-articoli/337-la-sicilia-come-auckland.html
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