Caracas, 30/04/2012 - Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Banco Mondiale, gli otto paesi che conformano l’ALBA (1) sono quelli che maggiormente sono cresciuti fra il 2009 ed il 2010: il PIL dei paesi dell’ALBA è cresciuto del 33,43%, seguto dai 5 Paesi che conformano l’area geografica dell’Africa Meridionale (2), cresciuti del 28,81%, dai 12 paesi dell’UNASUR (3)
al 27,07%, dai 33 paesi dell’America Latina che conformano
crescita del 19.36%.
I
paesi del cosiddetto blocco occidentale, che ben rispondono alla definizione di
Paesi Industrializzati Altamente
Indebitati (PIAI), sono al di sotto della crescita media mondiale; infatti,
mentre l’economia mondiale è cresciuta complessivamente dell’8,92%, l’Oceania (Australia e Nuova Zelanda) è cresciuta
del 7,68%; i paesi del Nord America del
5,06%; i Paesi dell’OCSE (8) hanno fatto registrare una crescita
del 4,74%; quelli del G7 (9) solamente del 3,76%; l’Europa nel suo complesso è cresciuta
dell’1,42%. I 27 paesi che conformano l’Unione
Europea (10) ed
i 17 dell’Area Euro (11) sono in decrescita, rispettivamente
dello 0,49% e del 2,14%.
I
sedici paesi che conformano geograficamente l’Europa Meridionale e che ben può definirsi Europa Latina (12), hanno sperimentato una
decrescita del 3,45% ed è l’area del mondo che ha perso maggior potere fra il 2009 ed il
2010.
Per
quanto riguarda i singoli paesi, la
Mongolia é in
assoluto il paese con la più alta crescita:
fra il 2009 ed il 2010 è aumentato del
35,27%; tra i paesi importanti, a più forte crescita troviamo l’Indonesia (31,00%), il Brasile (30,94%), l’India (25,40%), la Russia
(21,10%), il Venezuela (20,15%), l’Argentina (20,04%), la Cina
(18,74%). Dei sette Grandi, il Canada
è l’unico ad avere sperimentato una forte crescita (17,90%); il Giappone è cresciuto dell’8,46%, il Regno Unito del 4,16% e gli USA del 3,83%; la Germania ,
che occupa il posto 150 nella lista dei paesi in base alla crescita, è in
decrescita dello 0,55%, la Francia al posto 167 retrocede
del 2,83% e l’Italia al posto 169
decresce del 2,83%.
In
attesa che il Banco Mondiale pubblichi i dati del 2011, prevedibilmente nel
prossimo mese di luglio, possiamo anticipare che i paesi dell’ALBA, trainati
dalla crescita del Venezuela, continueranno ad essere protagonisti anche per
l’anno 2011 e seguenti.
Da
quando il Venezuela è governato dal presidente Hugo Chávez, secondo i dati del
Banco Mondiale, lo sviluppo è stato enorme, trascinando nella crescita anche i
paesi dell’ALBA. Chávez arriva al
governo nel 1999, peró nei primi 4 anni, oltre ad occuparsi delle grandi
riforme istituzionali, deve fronteggiare un colpo di stato, nell’aprile del
2002 ed una serrata patronale di due mesi, dal dicembre 2002 al febbraio 2003,
che letteralmente azzera la produzione petrolifera, principale attività
economica del paese. Dal 2003, quando il PIL del Venezuela ascendeva a 83 miliardi di dollari USA, lo 0,22%
del PIL mondiale, è passato ad oltre 391
miliardi nel 2010, con una incidenza dello 0,62% sul PIL mondiale; da
quinta economia dell’America Latina (dietro a Messico, Brasile, Argentina e
Colombia) e 44° economia del mondo, che era nel 2003, è passata ad essere la
terza economía dell’America Latina, dopo
Brasile e Messico, superando Argentina e Colombia e 25° economia del mondo nel
2010.
Tra
il 2003 ed il 2010 la crescita venezuelana è stata del 368,59%; solamente 4
paesi hanno avuto una crescita superiore: Azerbaijan
(611,60%), Angola (508,59%), Kazakistan (383,43%) e Guinea Equatoriale (374,41%). Nello
stesso periodo, il Brasile è
cresciuto del 277,92%, la Cina del 261,17%, la Russia
del 243,87%, l’India del 188,11%. I
paesi del G7 hanno avuto crescite modeste: Canada
82,13%, Francia 42,84%, Italia 36,08%, Germania 35,35%, USA 31,54%,
Giappone 29,08%, Regno Unito 21,58%.
Nello
stesso periodo, fra il 2003 ed il 2010, per quanto riguarda i blocchi economici,
quelli che sono cresciuti di più sono: OCS
(259,43%), Unasur (246,72%), Brics (241,60%), Alba (233,23%) e Celac
(159,63%); al polo opposto, i blocchi cresciuti di meno sono: Area Euro (42,45%), Unione Europea (42,24%), Paesi OCSE (41,31%) e G7 (33,69%).
In
sostanza possiamo dire che il baricentro del mondo, si sta spostando sempre più
verso America Latina ed Asia; in particolare i paesi del BRICS, dell’ALBA e
dell’OCS avranno un ruolo sempre maggiore ed il BRICS è destinato a superare a
breve il G7.
Confrontando
l’evoluzione negli ultimi 20 anni, tra
aeree e blocchi geopolitici, risulta evidente che il polo incentrato sugli Stati Uniti e l’Europa (G7, Unione Europea e paesi dell’area Euro) – identificabili
come PIAI o vassalli della NATO - sono in fase calante. In ascesa i blocchi dei
paesi asiatici e dell’America Latina
(BRICS, OCS, UNASUR, ALBA e CELAC).
I paesi del G7, che nel 1993 producevano il 67,45% del PIL mondiale, nel
2010 producevano solo il 50,25% e sicuramente nel corso del 2011 sono scesi al
di sotto del 50%; i paesi del BRICS invece, che nel 1992 rappresentavano il 6,72%
del PIL mondiale sono triplicati, arrivando al 18,31% nel 2010; cosi pure i
paesi della Cooperazione di Shangai (OCS) sono passati dal 3,67% al del 1993 al
12,02% nel 2010.
Vanno
su quelli che hanno tralasciato o abbandonato l’ortodossia neoliberista e i diktat
del FMI e delle elites finanziarie. Per il futuro a breve e medio termine,
possiamo senz’altro dire che i paesi dell’America Latina e dell’Asia
continueranno a crescere, mentre si accentuerá il declino progressivo dei PIAI,
che fanno capo agli USA ed all’Europa occidentale.
Riguardo
il Venezuela, tutto indica che non si fermerá la forte crescita, visto che la
produzione di petrolio é programmata per elevarsi dai 2,99 milioni di barili al
giorno del 2011, ad oltre 5,81 per il 2018 (13), grazie a circa 100
miliardi di dollari di investimenti, versati sia dal Venezuela che da compagnie
petrolifere di numerosi paesi, tra le quali vi è la partecipazione dell’ENI, con
oltre 7 miliardi; il settore delle costruzioni contribuirà enormeente alla
crescita del paese, considerato che è prevista, per i prossimi 5 o 6 anni, la
costruzione di circa 3 milioni di appartamenti, settore che ovviamente trascinerà
nella crescita anche l’indotto (cemento, ferro, ceramica, infissi, …); inoltre,
contribuirà alla crescita del paese, il potenziamento delle infrastrutture e delle
comunicazioni, con la costruzione di migliaia di chilometri della rete
ferroviaria, di decine di chilometri in nuove linee metropolitane nelle
principali città, il terzo ponte sull’Orinoco (con una lunghezza totale
superiore ad 11 chilometri ed equivalente a quasi tre volte il fantomatico e
mai realizzato Ponte di Messina, in Italia) e numerose imprese stategiche, tra
cui quella dedicata alla progettazione e realizazione di satelliti per
telecomunicazioni. Non è affatto azzardato prevedere che il nostro amato Venezuela
nel prossimo quinquenio entri a far parte del ristretto gruppo di paesi che
hanno un PIL dell’ordine del migliaio di miliardi di dollari.
Il
Venezuela, inoltre è destinato ad entrare presto nel gruppo dei paesi a reddito
alto; secondo il Banco Mondiale, per l’anno 2010, si considerano a reddito alto
i paesi che hanno un reddito procapite superiore a 12.276 dollari annui; per il
2010, il reddito procapite del Venezuela era di 11.590 dollari ed era inserito
tra i paesi a reddito medio alto; grazie alla crescita in atto entrerà presto a
far parte dei paesi a reddito alto e successivamente ad avvicinarsi sempre più
al reddito di quelli che fino ad oggi possiamo considerare i paesi più ricchi
del mondo, sempre che continui la attuale politica
portata avanti dal governo di Hugo Chávez.
vedi grafici e tabelle QUI
Notas
1)
Gli 8 paesi che formano
l’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nostra America – Trattato sul Commercio
dei Popoli (ALBA-TCP) sono: Antigua e Barbuda, Bolivia, Cuba, Dominica,
Ecuador, Nicaragua, San Vicente y las Granadinas, Venezuela;
2)
I 5 paesi che formano
geograficamente l’Africa meridionale son: Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica
e Swaziland;
3)
I 12 paesi che conformano la Unione di Stati
Sudamericani (UNASUR) sono: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia,
Ecuador, Guyana, Paraguay, Perú, Surinam, Uruguay e Venezuela;
4)
I 33 paesi che fanno parte della
Comunità di Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) sono: Antigua e Barbuda,
Argentina, Bahamas, Barbados, Belice, Bolivia, Brasil, Cile, Colombia, Costa
Rica, Cuba, Dominica, Ecuador, El Salvador, Granada, Guatemala, Guyana, Haití,
Honduras, Giamaica, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perú, Repubblica Dominicana,
Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Surinam, Trinidad e
Tobago, Uruguay e Venezuela;
5)
La Associazione di Stati del
Sud-est Asiatico (ASEAN) è formata da 10 paesi (Brunei Darussalam,
Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Tailandia e Vietnam);
in questa nostra ricerca prendiamo in considerazione solamente i 5 paesi
più grandi per i quali esistono dati certi per il periodo analizzato: Indonesia,
Malesia, Filippine, Tailandia e Vietnam;
6)
I 5 paesi del BRICS sono: Brasile,
Russia, Cina, India e Sudafrica;
7)
I 6 paesi membri della “Organizzazione
della Cooperazione di Shanghái” (OCS) sono: Cina, Russia, Kazakistan, Kirgikistan,
Tagikistan e Uzbekistan; attualmente sono entrati come osservatori altri 4
paesi (India, Iran, Pakistan e Mongolia), che in futuro potrebbero entrare a
pieno titolo nella OCS; inoltre, sono in corso trattative con altri due paesi (Bielorussia
e Sri Lanka); infine, in Serbia ci sono partiti e movimenti che invece
dell’ingresso nella Unione Europea stanno facendo pressione per avvicinarsi
alla OCS, organizzazione che quindi in un futuro non tanto lontano potrebbe
assumere un ruolo rilevante a livello mondiale;
8)
L’Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo económico (OCSE), conosciuta come “club dei paesi
ricchi” fino al 2010 aveva 33 paesi membri: Canada, USA, Regno Unito, Danimarca,
Islanda, Norvegia, Turchia, Spagna, Portogallo, Francia, Irlanda, Belgio,
Germania, Grecia, Svezia, Svizzera, Austria, Paesi Bassi, Lussemburgo, Italia, Giappone,
Finlandia, Australia, Nuova Zelanda, Messico, Repubblica Ceca, Ungheria Polonia,
Corea del Sud, Slovacchia, Cile, Slovenia e Israele; alla fine del 2010 è
entrata anche l’Estonia e pertanto i paesi membri attualmente sono 34;
9)
Il Gruppo dei sette o dei sette grandi (G7) è
costituito da: USA, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Canada;
10)
I 27 paesi che attualmente
formano l’Unione Europea sono: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca,
Danimarca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Estonia, Finlandia, Francia, Germania,
Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi
Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Romania e Svezia;
11)
I 17 paesi dell’Unione Europea
che hanno adottato l’Euro (Eurozona) sono: Germania, Austria, Belgio, Cipro, Slovacchia,
Slovenia, Spagna, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo,
Malta, Paesi Bassi e Portogallo; ricordiamo che l’Euro è stato adottato anche da
altri 6 paesi (Monaco, San Marino, Vaticano, Andorra, Montenegro e Kossovo) e
dai territori britannici in Cipro (Akrotiri e Dhekelia) e per le sue emissioni
filateliche anche dal Sovrano Militare Ordine di Malta, stato senza territorio
riconosciuto dall’ONU;
12)
I 16 paesi che formano geograficamente
l’Europa del Sud e che Félix Martin
Rodríguez Melo ha giustamente denominado “Europa Latina”, sono: Albania, Andorra, Bosnia ed Herzegovina, Croazia, Slovenia, Spagna, Gibilterra,
Grecia, Italia, Kosovo, Macedonia, Malta, Montenegro, Portogallo San Marino e Serbia;
13)
Secondo l’annuale rendiconto del 2011 di PDVSA, Url www.pdvsa.com
14)
Attilio
Folliero è un italiano residente in Venezuela, laureato in Scienze Politiche all’Università
“La Sapienza ”
di Roma; attualmente professore contrattato della Facoltà di Scienze delle
Comunicazioni (Escuela de Comunicación Social) dell’Università Centrale di
Caracas (UCV); Cecilia Laya è una economista venezuelana, con cittadinanza
italiana, laureata in Economia presso la
UCV , attualmente funzionario della Università “Simon Bolivar”
di Caracas (USB); Tito Pulsinelli è un sociologo italiano dell’Università di
Trento, analista ed osservatore geopolítico; i tre furono tra i fondatori del sito
web lapatriagrande.net e sono membri del FREVEMUN (Fronte dei venezuelani del
mondo) e di COVENPRI (Associazione venezuelana di professionisti delle
relazioni internazionali e difensori della solidarietà mondiale)
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