L'uomo che tiene in sospeso l''Europa
3 anni di moratoria sui pagamenti del debito - controllo pubblico delle banche - tassazione dei grandi patrimoni - sostegno alla domanda sociale e piccole imprese - riduzione delle spese militari
(en español El hombre que tiene en vilo a Europa) AQUI
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Elisabetta Piqué ha intervistato Alexis Tsipras per il quotidiano argentino La Nación , il 37enne leader di Syriza -(sinistra dei movimenti sociali e comitati di lotta antiliberisti)- che quasi tutti i sondaggi indicano come il vincitore delle nuove elezioni fissate per il 17 giugno. Si deciderà non solo il futuro della Grecia e la sua permanenza nell'euro ma la stabilità della stessa Unione Europea (UE). Tsipras è una speranza di cambiamento per molti greci, soffocati dai programmi draconiani imposti dall'UE e dal FMI a cambio di un "salvataggio" miliardario. A sua volta, però, è l'uomo che tiene in sospeso l'Europa: la sua vittoria potrebbe portare alla rottura della zona
euro. Tuttavia, ambiguo, Tsipras insiste sul fatto che il suo paese continui ad utilizzare l'euro, perché, ha detto, "il ritorno alla dracma non è un'opzione".
- Perché gli elettori Greci dovrebbero fidarsi di Lei, visto che non ha nessuna esperienza di governo?
- La politica del rigore che è stata applicata in Grecia è del tutto inefficace a livello finanziario e assolutamente distruttiva a livello produttivo e sociale. I due partiti che hanno governato la Grecia negli ultimi decenni [PASOK e Nuova Democrazia] sono stati artefici di questa politica e ora sono in profonda crisi. La gente apprezza, al contrario, la posizione della sinistra, che ha sempre lottato contro il memorandum [in sintonia con l'UE per il “salvataggio”]. La nostra proposta alternativa prende forma oggi, con una dinamica sociale senza precedenti. La nostra politica conta sulla fiducia e sul sostegno della società, e siamo pronti a lottare per la vittoria alle prossime elezioni.
- Quali sono per Lei le principali cause di questa crisi così drammatica che vive la Grecia ?
-Il modello utilizzato in Grecia negli ultimi decenni è stato totalmente sbagliato. Lo sviluppo si basava su un eccessivo indebitamento, eccessivo consumo e corruzione. Questo modello ha fatto accumulare ricchezza libera da tasse per pochi e debiti per la maggior parte delle persone, così come per il settore pubblico. La crisi di questo modello ha coinciso con la crisi globale del 2008, causando un problema di credito. Il governo di George Papandreu ha visto in questa crisi l'opportunità di ricorrere al meccanismo di sostegno dell'Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, e ha firmato il memorandum. Questo ha causato la distruzione totale: a causa delle condizioni imposte da questo memorandum, l'economia sta affrontando una pesantissima recessione, e la società greca sta soffrendo.
- Come pensa di ricostruire l'economia della Grecia?
-Il primo passo è quello di rinegoziare con i creditori, con l'obiettivo di una moratoria sui pagamenti del debito di almeno tre anni. Altri passi importanti sarebbero il controllo pubblico delle banche, la tassazione della ricchezza accumulata e degli alti profitti, ma anche misure di risparmio, come la riduzione delle spese militari. Dobbiamo anche prendere provvedimenti per stimolare la domanda, sostenendo salari e posti di lavoro, proteggendo i deboli e dando credito alle famiglie indebitate e alle piccole imprese. Questo potrebbe spianare la strada per rilanciare l'economia e uscire dalla crisi.
Venti di cambiamento
-La sua principale richiesta oggi è quella di annullare il memorandum. Perché è così sicuro che l'UE sarebbe disposta ad accettare?
-La politica di austerità è fallita perché sta portando la Grecia verso la bancarrota e questo è qualcosa che tutti stanno cominciando a capire. Le voci per un cambiamento nella politica riguardante la crisi del debito sta crescendo in tutta Europa. Questo dà alla Grecia spazio per la negoziazione. La nostra intenzione è di denunciare il memorandum e rinegoziare il debito con i nostri creditori.
- Chi sono i suoi alleati in Europa?
-I nostri alleati, in primo luogo sono le persone che vedono un futuro incerto, un futuro legato alle politiche di adeguamento. Oggi le conquiste sociali degli ultimi 50 anni sono in pericolo in Europa, e la Grecia è la cavia di un progetto più ampio di regressione sociale.
Per questo i cittadini europei possono far pressione sui loro governi per essere dalla nostra parte nel contestare la politica dominante.
-Lei dice che vuole rimanere nella zona euro. Ma essendo il favorito per vincere le prossime elezioni, si parla nell'UE di un possibile "Grexit".
-La minaccia di lasciare l'euro è uno sforzo coordinato per fare pressione e minacciare il popolo greco e cancellare il messaggio delle elezioni del 6 maggio. Eppoi la gente ha votato contro le misure di austerità e contro i partiti che le hanno implementate. La verità è che il costo dell'eliminazione di qualsiasi paese dell'UE sarebbe immenso per tutta la zona euro.
- E' pronto per un default della Grecia, come quello dell'Argentina?
-Se c'è un cammino sicuro verso il default, è quello che stiamo seguendo oggi. Il popolo greco ha capito come stanno andando le cose. E per questo è deciso a intervenire per impedire il crollo.
In Europa
-Sembra che per Lei lasciare la zona euro sarebbe la cosa peggiore che potrebbe succedere alla Grecia.
-Tornare alla dracma non è un'opzione. La soluzione non è l'isolamento né convertire i lavoratori di altri paesi europei da alleati a concorrenti. Attraverso misure di austerità severe non esiste una soluzione alla crisi e non ci sarà alcuna uscita in futuro, se continuiamo su questa strada. La Grecia ha da combattere in Europa.
- Qual’è lo scenario peggiore secondo Lei?
-Che le cose continuino come ora. Con l'attuale politica, il debito della Grecia non è vitale, e senza un cambiamento nella società, continuerà a soffrire per decenni. Questo è un piano per trasformare la Grecia in un paese coloniale, con la povertà e senza sovranità sulle proprie risorse produttive.
- Tornerebbe alla dracma?
-Un ritorno alla nostra moneta nazionale, accadrà solo se crolla l'euro. L'espulsione della Grecia dall'euro sarebbe una catastrofe per l'intera economia europea. Il problema greco è principalmente un problema europeo e solo come tale può essere risolto con successo ..traduzione Alba Kan
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