miércoles, 18 de septiembre de 2013

Banca di sviluppo del BRICS con 100 miliardi di dollari.

BRICS: 43% POPOLAZIONE MONDIALE - 16,8% del COMMERCIO MONDIALE
1000623Le riserve sono destinate a finanziare iniziative di sviluppo congiunto e a controbilanciare il predominio della Banca Mondiale e del FMI. La decisione è stata presa tra lle minacce statunitensi alla Siria, in violazione del diritto internazionale. Il presidente cinese Xi Jinping ha messo in guardia contro le possibili conseguenze economiche negative di un’azione militare unilaterale degli Stati Uniti. La decisione è un ulteriore passo verso il declino delle istituzioni di Bretton Woods, afflitte da
scandali sulla corruzione e sempre più screditate dalla schiavitù del debito, piuttosto che dallo sviluppo delle nazioni in via di sviluppo.

Durante l’apertura del vertice del G20, il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha detto che la riserva monetaria dei BRICS sarà capitalizzata con 100 miliardi di dollari. Secondo un comunicato stampa dei BRICS, Brasile, India e Russia contribuiranno con 18 miliardi di dollari USA alla riserva. La Cina contribuirà con 41 miliardi e il Sud Africa con 5 miliardi di dollari. Il ministro delle Finanze della Russia, Sergej Storchak ha detto, all’inizio di questa settimana, che potrebbe passare un anno prima che la banca sia avviata, sottolineando che ci sono molte e complicate questioni che devono essere discusse e risolte. 


La decisione di istituire la BRICS Development Bank è stata presa nel giugno 2013, durante il vertice BRICS a Durban, in Sud Africa. All’inizio di quest’anno, il ministro delle Finanze russo ha detto che la banca potrebbe essere operativa entro il 2015. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto che la banca “contribuirà ad evitare quegli impatti negativi che le fluttuazioni dei mercati valutari hanno sulle nostre economie“. L’istituzione della banca e delle riserve potrà anche sostenere la loro richiesta di riformare le quote nel Fondo Monetario Internazionale, FMI. Attualmente, gli Stati Uniti dominano il FMI con la quota più alta di tutti i Paesi, 17,08%, che permette agli USA di opporsi a qualsiasi decisione, dato che le decisioni richiedono l’85% di tutti i voti prima che possano essere adottate.

I Paesi BRICS rappresentano una forza finanziaria crescente e considerevole nel mondo, con un commercio interno pari al 16,8% del commercio globale, cioè 6,1 miliardi di dollari USA. Nel corso del vertice BRICS a Durban, a giugno, il presidente del Sudafrica Jacob Zuma ha sottolineato che la forza dei Paesi BRICS è amplificata dal fatto che i suoi membri rappresentano il 43% della popolazione mondiale. Un ulteriore fattore che amplia la rilevanza finanziaria, economica e politica dei BRICS è che la Cina è anche membro primario dell’ASEAN, che aprirà il mercato interno dell’ASEAN tra meno di due anni. Molti analisti concordano sul fatto che una delle motivazioni alla base della creazione della Banca BRICS, è il fatto che un potente cartello o super-entità ha assunto il controllo delle istituzioni di Bretton Woods, quali la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Internazionale per lo Sviluppo, a tal punto che è diventato impossibile affrontarne la dilagante corruzione.


 Un altro fatto ore motivante, citato da molti analisti, è che la Russia e la Cina in particolare riaffermano il mondo multipolare dopo che gli Stati Uniti, a seguito della fine della cosiddetta “guerra fredda”, si sono lanciati in una sfrenata orgia di aggressioni, diffondendo conflitti a bassa intensità nel tentativo di accerchiare strategicamente la Russia e la Cina. 

La decisione di finanziare la Banca di sviluppo dei BRICS con 100 miliardi dollari, è stata presa anche tra le minacce degli Stati Uniti di un attacco militare unilaterale e illegale alla Siria, eludendo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Oggi, il presidente cinese Xi Jinping ha messo in guardia contro le possibili conseguenze negative, per l’economia globale, che potrebbe avere un’azione militare unilaterale degli Stati Uniti contro la Siria.
  
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