Puoi essere razzista, ultranazionalista, neo-nazista e
omofobico quanto vuoi, finché ti opponi ad un governo che le élite
occidentali vogliono ribaltare
Neil Clark Alle élite politiche “progressiste” occidentali e ai giornalisti di
establishment che agiscono come loro PR piacerebbe che noi pensassimo a
loro come inequivocabilmente opposti al neo-nazismo, all’omofobia, al
razzismo e all’estremismo politico di destra.
Ma quanto è realmente genuina la loro opposizione? Gli attuali disordini
in Ucraina e le reazioni in Occidente a questi, suggerirebbero che è
molto difficile dire questa cosa.
Immaginiamo per un momento che ci siano state violente dimostrazioni
guidate da ultranazionalisti e neo-nazisti in un Paese dell’Europa
occidentale e che in queste manifestazioni siano stati esposti manifesti
di persone che avevano collaborato con i nazisti durante la Seconda
Guerra Mondiale. Che siano stati urlati slogan neo-nazisti e che i loro
leader abbiano rilasciato dichiarazioni anti-ebraiche e omofobiche. Che
questi stessi manifestanti abbiano usato violenza per provare a
rovesciare un governo democraticamente eletto e che abbiano assediato i
palazzi governativi.
Ci possiamo aspettare che le élite occidentali e i
giornalisti di establishment denuncino con fervore i manifestanti,
etichettati come violenti “rivoltosi”, che chiedano il ripristino
immediato di “legge ed ordine” e l’arresto dei leader della protesta e
che vengano perseguiti secondo la legislazione dell’istigazione
all’odio.
Tutto ciò è quanto sta accadendo in Ucraina e ben distanti dal
condannare i manifestanti dell’estrema destra, le élite occidentali
stanno entusiasticamente sostenendo la loro causa.
Prima di Natale, il Senatore John McCain, il politico statunitense
leader dei neocons, è volato a Kiev per cenare con i leader
dell’opposizione, incluso Oleh Tyahnybok, leader del partito di estrema
destra Svoboda. Successivamente, McCain ha partecipato insieme a
Tyahnybok ad una manifestazione antigovernativa.
Nel 1999 un rapporto
dall’Università di Tel Aviv, citato dal Britain’s Channel 4 News,
ha chiamato Svoboda “un’organizzazione di estrema destra, nazionalista
che enfatizza la sua identificazione con l’ideologia tedesca del
nazionalsocialismo”.
Nel 2004, Tyahynbok riteneva che l’Ucraina fosse
guidata da una “mafia mosco-giudaica”. Sebbene il partito abbia provato a
ripulire la sua immagine da allora, l’estremismo di destra e la brutta
retorica ultranazionalista rimane, ma ciò non sembra turbare più di
tanto le élite occidentali che si compiacciono delle proteste di piazza,
all’interno delle quali Svoboda e altri gruppi ultranazionalisti
svolgono un ruolo di guida.
La stessa ipocrisia si manifesta in relazione al problema dei diritti degli omosessuali.
Rappresentanti delle élite occidentali hanno criticato la Russia per la
legge del 2013 che vieta la promozione dell’omosessualità ai minori, con
il Presidente francese Hollande che è stato solo uno dei presidenti
occidentali ad annunciare il boicottaggio dei prossimi Giochi olimpici
invernali di Sochi. E comunque, qualsiasi voglia essere il nostro modo
di vedere in merito, la legge in Russia è molto simile ad una in forza
in Gran Bretagna nel periodo 1988-2003, ma, in maniera rivelatrice,
nessuno chiese boicottaggi di manifestazioni sportive nel Regno Unito.
Ad ascoltare i personaggi dell’ establishment in Occidente e certi
opinionisti “falchi” si ha l’impressione che la Russia sia il Paese
peggiore al mondo per quanto riguarda i diritti degli omosessuali.
Certamente non verrebbe da pensare che ci sono circa 80 Paesi al mondo
in cui l’omosessualità è ancora illegale – a differenza della Russia – e
che molte di questi sono stretti alleati dei Paesi occidentali.
Lo stesso Presidente Hollande, che boicotta Sochi, l’anno scorso fece
una visita ufficiale di due giorni in Qatar (un Paese in cui
l’omosessualità maschile è illegale e punita con l’incarcerazione fino a
5 anni) per discutere del rafforzamento dei legami economici con
l’emergente emiro Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani e suo figlio Sheikh
Tamim. Il Presidente francese parlò di “mutuo rispetto e comprensione”
fra il suo Paese e il Qatar. Il Qatar ospiterà i Campionati del Mondo di
calcio nel 2022, ma Hollande, il politico “di principio” che boicotta
Sochi, non ha nulla da dire in merito alla prestazione del Qatar in tema
di diritti omosessuali.
Invece ha “sbavato” queste parole:
“C’è questo grande evento di sport, come ho detto questa mattina,
l’unica competizione valida a livello globale. In questo momento noi
stiamo preparando i Campionati Europei, così è stabilito che
condivideremo la nostra esperienza, affinché il Qatar possa organizzare
una Coppa del Mondo molto buona. Non è facile gestire gli eventi
sportivi, perché sappiamo che ci sarà bisogno di numerose infrastrutture
e di strutture alberghiere e la nostra cooperazione in questo può
essere davvero esemplare.”
Non è strano come la preoccupazione dei leaders occidentali sui diritti
omosessuali sembri evaporare quando questi visitano gli Stati del Golfo e
ci sono degli affari di mezzo? In Arabia Saudita l’omosessualità può
essere punita con la morte, le élite occidentali la boicotteranno per
protesta, la lasceranno sola per criticare le leggi saudite? Noi non ci
crediamo!
L’anno scorso il giornalista statunitense James Kirchik divenne un
riferimento per i neocons occidentali e la falsa sinistra per aver
attaccato la nuova legge russa in diretta su RT, ma allo stesso tempo Al-Jazeera,
il canale di Stato di un Paese (il Qatar) in cui l’omosessualità
maschile è illegale, ha il lasciapassare. Non ci sono appelli da parte
delle persone intervistate dal canale a lanciare un attacco al Qatar,
reo di criminalizzare l’omosessualità maschile o alle popolazioni di
boicottare Al-Jazeera per le leggi antigay del Qatar.
Il fatto è che il supporto delle élite occidentali per i diritti degli
omosessuali, come la loro “inequivocabile” opposizione all’estrema
destra, ai gruppi ultranazionalisti, come la loro “inequivocabile”
opposizione al razzismo e al neo-nazismo, è un’ipocrisia. Tutto viene
usato tatticamente per aiutare ulteriormente gli interessi economici e
geostrategici dell’élite.
La realtà è che puoi essere razzista, ultranazionalista, neo-nazista e
omofobico quanto vuoi, finché ti opponi ad un governo che le élite
occidentali vogliono ribaltare. L’estremismo dei gruppi di destra
ucraini è quindi nascosto sotto il tappeto, perché questi gruppi
vogliono che l’Ucraina tronchi i suoi legami con la Russia. Si, sono
fascisti, omofobi e razzisti, ma sono il “nostro genere” di fascisti,
omofobi e razzisti, cioè quelli anti-Russi.
Ma in altri Paesi europei – come l’Ungheria – i gruppi ultranazionalisti
sono condannati, perché i loro interessi non sono in linea con quelli
delle élite occidentali.
La morale della favola in tutto ciò sono i soldi. Se ci sarà un “cambio
di regime” in Ucraina ed essa verrà inserita in quelle che
eufemisticamente vengono descritte come “strutture Euro-Atlantiche”, ci
saranno grossi profitti per le élite occidentali – non solo il Paese
diverrebbe un terreno di sfruttamento per le multinazionali occidentali
ma un’Ucraina nella NATO – l’ultimo sogno delle stesse élite –
significherebbe più profitti per le aziende della difesa e per i
produttori di armi dell’Occidente.
“Questi sono i miei principi e se a te non piacciono… bene, ho altri
principi” dice il vecchio adagio. E’ una maniera perfetta per descrivere
i “principi” estremamente flessibili delle élite progressiste
occidentali.
[Traduzione di M. Janigro]
byebyeunclesam
1 comentario:
vero. Nel resto d'Europa è proprio l'estrema destra ad essere EUROSCETTICA e vedi come viene trattata....perfino alla strategia della tensione arrivano...
chi fa gli interessi della finanza è un mercenario, sia esso di destra che di sinistra la quale può vantare notevoli leve in tal senso...
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