lunes, 21 de abril de 2014

USA: GAS all'UE? PROMESSE da MERCANTE

SHELL  e BP si RITIRANO - UNICO TERMINAL DI IMBARCO ESISTENTE INVIERA' alla COREA e INDIA
Quelle di Obama ai dirigenti europei sono le tipiche promesse da mercante. Durante la sua tournèe in Europa ha più volte ripetuto -anche in pubblico- che sanzionare senza  esitazione la Russia è doveroso e non presenterebbe alcun rischio. Come un autentico piazzista ha offerto quel gas di "frantumazione idraulica" che esiste solo nei sogni di indipendenza energetica reclamizzati dagli Stati Uniti. Sia La Shell che la BP stanno accantonando il progetto -un pò faraonico e ad elevato costo ecologico- di far
esplodere con bombardamento d'acqua le formazioni rocciose onde "liberare" il gas che conterrebbero. In soldoni: sacrificare fiumi e suolo per disporre di un idrocarburo. La Shell ha annunciato che riduce drasticamente questa attività per scarsi margini di guadagno. E mette in vendita i suoi diritti di sfruttamento sui principali giacimenti del  Texas, Colorado e Kansas. Rinuncia a una corposa prima tranche di ben 300000 ettari. Ben van Beurden, dirigente della Shell,  ha detto: “Francamente i profitti sono del tutto insufficienti… le perforazioni non hanno dato i risultati da noi sperati ".

Rainer Seele, presidente del consiglio d’administraaione della sociétà tedesca Wintershall, ha spiegato che per ricevere il gas promesso da Obama è necessario costruire terminali di rigasificatori, creare una flotta di tankers ed altre infrastrutture che richiedono un minimo di 5 anni, oltre ad investimenti di grande portata. Inoltre il prezzo iniziale del gas importato dall'UE agli USA non costerebbe meno di 600 dollari, cioè poco competitivo.

Attualmente, l'unico terminal di metano in costruzione è quello di Sabine Pass, à Cameron Parish sulla costa della Luisiana, di proprietà della Cheniere Energy Partners, il cui consiglio d’administrazione è presieduto da John Deutch, ex capo della CIA. Questo terminal di Sabine Passe è già vincolato da un contratto a inviare gas alla Corea, India e altri clienti asiatici.


1 comentario:

Anónimo dijo...

L’interscambio commerciale Italia-Russia ha superato nel 2013 i cinquanta miliardi di euro, con un valore del nostro export che si attesta intorno ai quindici miliardi. Tutte le maggiori imprese italiane esportano nel paese eurasiatico,

Ci rendiamo conto a che cosa rinunceremmo se dovessimo accettare i dettami degli Stati Uniti?

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