Kerry in missione diplomatica a Kiev
E. Galoppini ... quest’orgia di mistificazione, non stupisce
che i media-pappagallo occidentali ripetano che Kiev sta inviando truppe
contro i “terroristi”, quando i veri terroristi erano quelli di Maydan
che lanciavano molotov alla polizia senza che nessun “autorevole
commentatore” di casa nostra, aduso a scandalizzarsi per un corteo di
“No-Tav”, si scomponesse più di tanto.
Oltre a ciò, la propaganda imbeccata dall’America sostiene che la Russia
ed il suo “zar”,
Vladimir Putin (sempre più paragonato a Hitler: che
novità!), sono i veri responsabili dei disordini che stanno montando in
Ucraina. Si tratta – è bene ricordarlo – degli stessi “organi
d’informazione” che non hanno mai trovato nulla da eccepire nell’invio
di armi e soldi, da parte degli Stati del Golfo e dei loro mentori
occidentali, alle bande che combattono il governo siriano e che hanno
ricevuto ogni tipo d’onore nelle varie sedi internazionali e
diplomatiche, mentre i legittimi rappresentanti della Siria ne venivano
esclusi in quanto “colpevoli” – loro e solo loro – d’ogni sorta di
violenza.
Come se tutto ciò non bastasse, c’è un altro fondamentale elemento che
viene escluso dalle analisi (!?) dei giornalisti occidentali tutti
intenti ad additare la Russia quale “minaccia alla pace e alla sicurezza
in Europa” (sta minacciando i tedeschi, i francesi, gli italiani?
l’Ucraina è forse già nell’UE?).
Per Mosca, l’Ucraina rientra nel “cortile di casa”. Non può
tollerare, al di là della presenza di componenti russofone e cristiano
ortodosse nella sua popolazione, che in un paese così a ridosso delle
sue frontiere s’insedi un governo ostile, fonte di problemi e
provocazioni. Eppure anche questo fatto non viene minimamente, e
volutamente, preso in conto.
Ma la cosa più sbalorditiva è che mentre alla Russia si addossa ogni
responsabilità stigmatizzandone le “ingerenze” negli affari di un altro
Stato, nessun “grande opinionista” si pone il dubbio su che cosa
c’entrino l’America ed i suoi “alleati” nelle faccende interne
dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Libia e della Siria…
La risposta è
tuttavia implicita e scontata: gli Occidentali hanno il diritto
d’intervenire dappertutto, per il semplice fatto che essi sono i
paladini della “libertà” e dei “diritti umani”, con la sacrosanta
missione di difenderli e ristabilirli ovunque essi siano “minacciati”,
anche a migliaia di chilometri di distanza. Si sono arrogati, in un vero
delirio d’onnipotenza, una sorta di “giurisdizione universale”.
In questa disamina delle clamorose contraddizioni tra le “questioni
di principio” sbandierate dall’Occidente e la sua effettiva condotta non
possiamo inoltre omettere la benevolenza dimostrata verso movimenti e
partiti di “estrema destra” e “fondamentalisti islamici” (solitamente
additati in casa propria a “pericolo numero uno” in quanto “nemici della
democrazia” e dei suoi “valori”) una volta che questi si sono prestati
ottimamente alla sovversione, riuscita o meno, dei governi ucraino e
siriano. Costoro, di punto in bianco, sono diventati immacolati e
disinteressati “patrioti”, “combattenti per la libertà” e, naturalmente,
difensori dei “diritti umani” calpestati dal “regime”.
I filo-russi e gli altri ucraini che si oppongono ai golpisti sono, al
contrario, presentati come “armati”, “miliziani” contro i quali i “nuovi
governanti” ucraini hanno il diritto d’intervenire con qualsiasi mezzo
in nome della “guerra al terrorismo”. Diritto che, curiosamente, è stato
negato fin dall’inizio sia al governo di Damasco che a quello deposto
di Kiev, coi morti veri o presunti (si legga alla voce “cecchini della
Nato”) addebitati alle dirigenze siriana ed ucraina e sbattuti in prima
pagina per mostrare al mondo la “ferocia” di chi merita solo di essere
deposto al più presto. testo completo QUI
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