Arturo Sosa Abascal, superiore generale della Compagnia di Gesù, in una intervista a TV2000, smentisce le banalità più fosche proiettate dai media sul Paese sudamericano.
Il "papa nero, è nato a Caracas, nel 49, figlio di un
banchiere, economista e ministro delle finanze. Laureato in filosofia e
scienze politiche ha dedicato molti anni all’insegnamento. Nega che il Venezuela sia un paese in
ginocchio, per la crisi economica e per la violenza…
“Non sono d’accordo, non è un paese in
ginocchio. E’ una situazione difficile, ma la gente è i piedi, opera, fa
tante cose, viene stimolata la creatività e questo non viene captato
dai media. Il grosso problema del Venezuela è che
100 anni fa il
petrolio ha sostituito l’agricoltura, l’industria, come fonte di
ricchezza. Ci siamo convinti che aver sotto terra il petrolio
significasse di per sé ricchezza e non valesse la pena avere un’economia
produttiva. La ricchezza non viene dalle risorse naturali ma dalle
risorse umane che le trasformano e creano lavoro, relazione.
Con un dato
in più, che spesso non si capisce. I ricavi maggiori del paese sono le
rendite petrolifere, e lo Stato se le prende tutte, e poi le
distribuisce. E’ cambiata così la relazione tra stato e società: no è lo
stato che dipende dalla società, ma il contrario, e questo non è bene.”
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