Migliaia di funzionari civili e militari, gay o bisessuali, discriminati dalle istituzioni canadesi, verranno risarciti moralmente ed economicamente. Con un monumento-museo e con lo stanziamento di 66 milioni di euro destinati alle 3000 vittime, prodotto di pochi decenni di politiche vessatorie. Sarebbe il caso, di riconoscere e chiedere perdono ai
popoli originari del Canada, ai pellerossa vittime del colonialismo razzista della corona britannica, e ora del "democratismo" discriminante e punitivo dello Stato canadese. Vedremo ancora scorrere lacrime sul viso del golden boy globalista Trudeau 2?
Politica di un abile coccodrillo rampante? Cipolle indebitamente sfuggite ai controlli delle sue guardie del corpo? Sconvolgente confessione pubblica della sua vera "fede" identitaria?
Ai più, sembra l'audace mossa di un leader che passa dalla fase propagandistica, promozionale a quella dell'aperto "proselitismo" LGBTQ. Apologia di una lobby, strutturata sulla colpevolizzazione di quella che è -a tutti gli effetti- la "maggioranza silenziosa". E tale rimane. Justin si rivela un abile illusionista, specializzato nell'arte globalista dell'inversione dei ruoli (sociali) e delle regole minimali della rappresentatività.
I popoli nativi che vivevano su quel territorio, molto prima che gli avi di Trudeau 2 giungessero e lo battezzassero Canada, sono sempre in attesa di qualche simmetrica misura riparatoria.
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