La basilica di Gerusalemme conosciuta come Santo Sepolcro, sacro per i patriarchi di tutte le Chiese cristiane perchè è il luogo della crocessione di Cristo, è stato chiuso. Una decisione senza precedenti, sorta dopo che le autorità civili di Gerusalemme hanno approvato regolamenti che hanno scatenato la protesta sdegnata dei
chierici e dei fedeli nelle strade. Le autoritè sioniste pretendono gravare con inqualificabili imposte, sia le chiese che i fedeli che in esse si radunano per le preghiere e le cerimonie rituali.
I patriarchi denunciano che si tratta di sanzioni vessatorie che sono una “flagrante violazione dello status quo” e degli accordi internazionali, sanciti dall'ONU. Essi garantiscono a Gerusalemme la libertà religiosa e il carattere di città aperta alla fede delle tre grandi religioni monotesiste. Ma non è tutto. La nuova legge sionista contempla -de facto- la possibilità di una espropriazione degli edifici di proprietà delle Chiese cristiane.
Le autorità religiose concordano che si tratta di una immediata conseguenza dell'improvvido riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, di recente annunciato dagli Stati Uniti.
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