miércoles, 26 de febrero de 2020

Per gli USA non vanno bene le cose in Eurasia


Nel 1997, il geostratega USA Z.Brzezinski pubbllica "Il grande scacchiere" dove ribadisce a chiare lettere il dogma fondativo dell'egemonismo imperiale: "E' imperativo che essuna potenza aurasiatica in grado di dominare l'Eurasia dovra' emergere, per non insidiare l'America (USA). Approntare un piano geostrategico relativo all'Eurasia e' dunque il compito di questo libro". 

Si tratta di un piano gigantesco, che sta rivelandosi faraonico. Nel marzo del 99, le bombe USA+NATO colpivano in modo proditorio la Serbia, mentre la Polonia, l'Ungheria e la Repubblica Ceca entravano nella NATO. Contemporaneamente, il   Congresso americano approva il "Silk Road Strategy Act" che ha come obiettivo otto ex-repubbliche ex-sovietiche ( 3 del Caucaso e 5 dell'Asia centrale). L'obiettivo reale e concreto era creare un asse energetico Est-Ovest e spingere questi 8 paesi verso l'area euro-atlantica. La Cina e la Russia rimanevano gli innominati e temibili antagonisti strategici. 

In questo modo, l'egemonismo unipolare era persuaso che -spezzando e frantumando i Balcani, Caucaso e Asia centrale- avrebbe severamente isolato la Russia, scongiurandocosi' il consolidamento dell'Eurasia.
25 anni dopo, Lisa Curtis, direttrice della branchia "Asia centrale e méridionale" del Consiglio della Sicurezza nazionale traccia un primo sorprendente bilancio: 

"L'influenza cinese aumenta senza sosta nella regione, mentre il peso della Russia e' ancora tanto forte nella sfera politica, economica e militare". 
Infine, c'e' l'ammissione che deve risultare terribile per i dogmatici "geni" geopolitici che imperversavano. "Noi non ci aspettiamo che la situazione possa cambiare, e non cerchiamo di competere (piu'?) con l'influenza russa". Il dottor  Z. Brzenziski si rigirera' nella tomba, ma la signora Curtis non fa che una costatazione dei fatti.

Nulla cambiera' con il simpatico viaggio di Pompeo nel Kazakhstan e nell'Uzbékistan, come ammette un altro celebre think tank (qui).

Queste nazioni si servono di queste sporadiche visite per aumentare il potere contrattuale nei negoziati bilaterali con Mosca e Pechino. E' normale che sia cosi'. Appena due settimane dopo la partenza del segretario di Stato degli USA, durante la conferenza di Monaco, il presidente kazakho Tokaïev (qui), ha messo i puntini sulle i. L'arrivo alla presidenza di Tokaiev dopo il presidentissimo Nazarbaïev, non modifica in nulla gli stretti legami di Astana con l'orso e il dragone, che forse potrebbero rafforzarsi. 

Infine il presidente del Kazakhstan ha enumerato alcune delle realizzazioni della Via della Seta e dei finanziamenti cinesi, tra cui la linea ferroviaria Kazakhstan-Uzbékistan-Iran. Attraversa e congiunge le steppe dell'Asia centrale al Golfo Persico, sotto lo sguardo benevolente di Pechino e Mosca. 
qui


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