lunes, 22 de octubre de 2007

America Latina dice Adios al FMI

Durante l'Assemblea annuale congiunta del FMI e della Banca Mondiale, l'asprezza delle critiche e delle rimostranze dei Paesi latino-americani sono state più esplicite che mai.
Rodrigo Cabeza, ministro delle finanze del Venezuela, ha detto che i Paesi sudamericani hanno mezzi propri per dar vita a un sistema finanziario alternativo al FMI, che affiancherà il Banco del Sur, cui già aderiscono 8 nazioni. Il Banco del Sur inizia le sue attività a novembre.

La bordata di critiche verteva principalmente su due questioni: il ritardo cronico del FMI a riformarsi, per permettere l'entrata del Brasile, Messico, India e Cina -ed altri Paesi- nel centro direzionale dello screditato organismo. Il neo-franchista Rodrigo Rato, presidente uscente del FMI, non ha mantenuto la sua parola, che si è rivelata propaganda o tatticismo per guadagnare tempo.

L'altra nota dolente è stata espressa dall'Argentina e dal Brasile che -senza peli sulla lingua- hanno acusato il FMI di non aver fatto nulla per obbligare gli Stati Uniti a riformare il suo sistema finanziario ed evitare -in questo modo- la grave crisi ipotecaria che sta producendo un forte rallentamento della crescita. La crisi di Wall Street non è stata prevista, nè ha meritato consigli, ingiunzioni o "pacchetti" di misure obbligatorie.

In sostanza, il FMI è accusato di essere molto esigente con i Paesi non industrializzati ed arrendevoli e compiacenti con gli Stati Uniti e il G7. Per questo, in Sudamerica ci si appresta a dire "adiós" al FMI, e costruire un sistema finanziario regionale. I mezzi ci sono, hanno detto Rodrigo Cabeza ed altri ministri.

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