Mauro Casagrandi
America latina Il più povero dei paesi centroamericani, l'Honduras, ha rifiutato per voce dello stesso presidente le Lettere Credenziali del nuovo ambasciatore statunitense a Tegucigalpa. Un chiaro segnale del cambiamento epocale che sta attraversando il subcontinente
Continuano le disavvenenze fra gli Stati Uniti ed i paesi latinoamericani. Clamoroso, ed inaspettato per chi non è proprio esperto degli affari del continente, è stato il gesto del Presidente dell' Honduras, il più povero dei paesi centroamericani - quindi fra i più poveri del mondo - che ha rifiutato le Lettere Credenziali del nuovo ambasciatore statunitense a Tegucigalpa.Episodio inaudito anche dal punto di vista diplomatico se si pensa che quando un ambasciatore presenta le Lettere Credenziali vuol dire che ha già avuto il placet del Governo presso il quale è stato designato. Un vero e proprio schiaffo, pubblico ed internazionale, dato da un piccolo e povero paese centroamericano alla grande potenza del Nord.
Episodio rilevatore del cambiamento epocale, se si pensa che soltanto fino a qualche anno fa l' Honduras era la base clandestina (si fa per dire) che serviva da attrezzatissima base militare alla Contra nicaraguense, finanziata dall' Irangate di Oliver North, che scatenò la guerra civile in Nicaragua i cui costi umani furono la causa principale della sconfitta dei sandinisti alle elezioni, sconfitta che ha significato la loro lontananza dal potere fino alle elezioni del 2006, in cui Ortega finalmente ha ripreso il comando: altro segno, questo, del cambiamento.
Tornando all' Honduras, l' annuncio e' stato dato dal presidente stesso in occasione della Festa Nazionale della scorsa settimana. Nella sua allocuzione, il presidente ha toccato anche l' altro elemento chiave, l'eterno stato di povertà e di prostrazione del suo paese di cui ha addossato pubblicamente e totalmente la colpa all' oligarchia locale, responsabile di aver storicamente utilizzato e sfruttato il paese per i suoi interessi: è probabilmente la prima volta in assoluto che un presidente che non ha un passato di sinistra nè rivoluzionario fa una dichiarazione del genere, di portata storica e valida per tutta l' America Latina.
E per quanto riguarda il Nicaragua, guidato come dicevamo di nuovo da Daniel Ortega, il governo statunitense ha cancellato la visita ufficiale del suo Ministro del Commercio, Carlos Gutierrez, per questa stessa serie di contrasti. Da notare che il Nicaragua è membro dell' ALBA (Alternativa Bolivariana para las Americas) promossa da Chavez in alternativa ai vari TLC (Trattati di Libero Commercio) stipulati dagli USA con alcuni governi latinoamricani ed ai quali hanno cercato, con successi limitati, di farvi aderire tutti i paesi dell' America Latina.
Membri attuali dell' ALBA sono il Venezuela, Cuba, il Nicaragua, la Bolivia, la Repubblica Dominicana (Santo Domingo) e, dal 25 agosto scorso, anche l' Honduras.
Intanto, la riunione presidenziale dell' UNASUR convocata a Santiago del Chile dalla Bachelet per trattare e risolvere la gravissima crisi boliviana, che minacciava di incendiare tutta la regione, si è risolta nell' appoggio totale dei paesi latinoamericani all' integrità territoriale della Bolivia, considerata indispensabile per la pace in tutto il continente.
E già si da ieri è iniziata a Cochabamba, in Bolivia, la riunione tra Morales ed i prefetti oppositori, in un clima ben diverso dal recente passato: con i propositi di trovare un accordo pacifico che tenga in conto la necessaria autonomia delle diverse province, ma senza mettere in dubbio l'unità del Paese e dei suoi interessi nazionali. Alla riunione partecipano delegati delle organizzazioni internazionali che fungeranno da testimoni del ritrovato spirito di conciliazione: la Chiesa cattolica, l'UNASUR, addirittura l'Unione europea e l'OSA, guidata questa dal suo segretario generale.
Ma la politica latinoamericana passa anche per il Vaticano, data la sua influenza nel subcontinente. Proprio in questi giorni i vescovi del Paraguay hanno portato a termine la loro "visita ad limina", cioè la visita che ogni 5 anni i prelati delle Conferenze episcopali di tutti i paesi del mondo debbono fare alla sede apostolica per "render conto" al Papa della situazione pastorale e sociale delle loro rispettive diocesi. Ebbene Papa Ratzinger in questa occasione non ha fatto alcun riferimento pubblico all' ex Monsignore, Vescovo, militante della "Teoria della Liberazione", ed attuale presidente del Paraguay Fernando Lugo.
Almeno un accenno del papa era atteso, data l' inusualità del fatto che un vescovo rinunci alla sua missione ecclesiastica per passare alla politica. Ma il questo silenzio è stato giudicato "diplomatico e giusto". Lugo infatti, che era stato nominato vescovo da Giovanni Paolo II nel 1994, nel 2006 chiese di poter tornare allo stato laico, ma sempre nella Chiesa.
In risposta il Vaticano nel 2007 lo sospese "a divinis", ma Lugo non fece marcia indietro ed il 20 aprile di quest' anno venne eletto Presidente del suo Paese con una grande votazione popolare.
E già eletto, ma senza rinunciare alla sua presidenza, Lugo chiese invece pubblicamente perdono per il dolore causato dal suo gesto alla Chiesa ed al Papa e questi rispose lo scorso 31 luglio accettando pubblicamente la riduzione allo stato laico del Presidente paraguayano. Politicamente, significa una legittimazione con tutti i crismi non solo di un uomo che ricopre il massimo incarico politico di un paese, ma anche della nuova tendenza che si sta rapidamente affermando in tutto il subcontinente.
L' altro paese che fa parlare sempre di sé è Cuba, devastata da due cicloni che si sono succeduti l'uno all' altro nel giro di una sola settimana. Non ci sono state quasi vittime, grazie ad una protezione civile ormai reputata una delle prime del mondo. Ma i danni materiali sono enormi, spaventosi. La crisi economica che sopravverrà sarà molto grave. La Casa Bianca, dopo le sue prime inaccettate proposte, ha ceduto permettendo a Cuba di acquistare nel mercato Usa fino a 250 milioni di dollari in medicine, alimenti e legname per la ricostruzione.
Ma attenzione: non si tratta di aiuti, né di finanziamenti da restituire in diecine di anni come si fa in questi casi, bensì del permesso di acquistare soltanto in contanti ed anticipatamente. In pratica prima paghi, prima metti i soldi nella mia banca, e poi io ti
spedisco la merce che mi hai comprato e pagato. In realtà questo commercio, in parzialissima deroga all' embargo e solo per alcuni prodotti, era iniziato fin dagli ultimissimi tempi dell' Amministrazione Clinton ed è proseguito, pur con continue frenate ed ostacoli, con l' Amministrazione Bush che lo ha ridotto ad una piccola parte di ciò che era stato all' inizio. Vedremo come si comporterà la prossima amministrazione americana.
2 comentarios:
vi ringrazio per gli interessanti articoli che mettete a disposizione. segnalo solo una piccola svista in questo articolo: la Dominica, non la Repubblica Domenicana, è membro dell'ALBA.
saluti
valeria galanti
les agradezco mucho los interesantes articulos de este blog. senalo una pequena equivocacion: la Dominica, no la republica Domenicana, es miembro del ALBA.
saludos
valeria galanti
vi ringrazio per gli interessanti articoli che mettete a disposizione. segnalo solo una piccola svista in questo articolo: la Dominica, non la Repubblica Domenicana, è membro dell'ALBA.
saluti
valeria galanti
les agradezco mucho los interesantes articulos de este blog. senalo una pequena equivocacion: la Dominica, no la republica Domenicana, es miembro del ALBA.
saludos
valeria galanti
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