miércoles, 31 de diciembre de 2008

Promemoria su Gaza

Pro-memoria su Gaza e dintorni

1) Hamas e' l'organizzazione che ha vinto le elezioni e che riscosse la maggioranza dei consensi dei Palestinesi. Il mondo giudeo-cristiano -raccolto attorno a variegate tendenze politiche- non accetto' mai quei risultati, non perche' fossero fraudolenti o frutto di manomissione della volonta' popolare.
No, non hanno mai accettato i dirigenti scelti democraticamente dai palestinesi. Le elezioni sono cristalline solo quando conferiscono il potere politico alle forze gradite agli "occidentali". In Medio oriente, in Ucraina, in America latina o altrove.

2) E' ingiustificabile l'attacco contro la popolazione civile come risposta a qualsiasi tipo di azione messa a segno da autorita' politico-militari. La giustificazione dei bombardamenti effettuati dall'aviazione israeliana su Gaza equivale al riconoscimento esplicito del diritto alla rappresaglia.
L'Europa si schiera con il Golia israeliano contro il Davide palestinese, e sancisce che e' "terrorismo" la sassaiola dei manifestanti e il razzo-casereccio, non i bombardamenti aerei e i missili di alta teconologia.
Le elites europee che qualche mese addietro ebbero l'ardire di condannare la Russia per quanto avvenne in Georgia, oggi difendono a spada tratta il diritto dei governanti di Tel Aviv a esercitare la rappresaglia aperta e dichiarata contro i civili Palestinesi. Due pesi, due misure, una sola monumentale ipocrisia. Il segno di una grande involuzione e decadenza morale.

3) Ai palestinesi e' rimasto solo il 15% del territorio dell'antica Palestina, cioe' quello che esisteva prima del progetto di colonizzazione del movimento sionista internazionale. I governi di Tel Aviv non sono ancora pronti a sedersi al tavolo della pace: esigono scegliere anche quali rappresentanti della controparte potranno negoziare quel 15% di rimanente territorio.
L'Europa giudeo-cristiana li fiancheggia, li finanzia -si appresta a far entrare Israele nella NATO- ben felice che siano i Palestinesi a pagare tutte le conseguenze del suo torbido passato.
Nonostante i consistenti danni di guerra versati all'erario Tel Aviv.

4) La valanga di fuoco e di carni bruciate con cui i capi delle armate israeliane vogliono annichilire la controparte, e paralizzare la speranza e la volonta' di tutti gli altri, in realta' non riesce a mascherare e far dimenticare la loro intrinseca vulnerabilita'.
Colpiscono Gaza perche' non sono ancora in grado di attaccare l'obiettivo ripetutamente dichiarato: l'Iran. Colpiscono Gaza per far dimenticare la sconfitta inferta da Hezbollah in Libano, in cui non riuscirono penetrare.
Alla casta dei guerrieri non importa essere amati, preferiscono essere temuti o odiati. Questo e' il suo limite strategico, che paga sempre il prezzo del rafforzamento politico-sociale della controparte.
L'espulsione di tutti Palestinesi non e' un obiettivo realistico, se non atro perche' produce la radicalizzazione, soprattutto nei Paesi arabi, dove i governi collaborazionisti e le elites saranno sempre piu' osteggiate dai movimenti popolari anti "occidentali".

5) 70 veti opposti dagli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU per proteggere Israele dimostrano che non c'é soluzione possibile da parte della cosidetta "comunita' internazionale".
Solo i movimenti sociali e popolari possono spostare l'asse di equilibrio, ridurre l'ampio spazio di manovra degli Stati e delle elites conniventi, e dischiudere la possibilita' di una soluzione piu' equa. E' ora di dire apertamente se i Palestinesi possono avere un proprio Stato, e se hanno diritto ad eleggere liberamente i propri governanti.



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