All'Agenzia Brasil -ufficiale- il ministro della giustizia Tarso Genro ha difeso la decisione di concedere il rifugio a Cesare Battisti, ribadendo che non "consegneremo mai qualcuno che sarà il capro espiatorio degli anni di piombo in Italia".
Questa è la risposta alle insitenti pressioni con cui le autorità governative di Roma stanno interferendo sull'operato dei giudici brasiliani, per ottenere l'estradizione dell'attivista italiano ricercato per reati risalenti a 30 anni fa.
Il ministro Genro che si presentava di fronte a una commissione della camera dei deputati che si occupa del caso, ha aggiunto che "qualsiasi giudice mediamente imparziale assolverebbe Battisti per insufficienza di prove".
Battisti, che oggi ha 54 anni ed è scrittore di un certo successo, fece parte dei Proletari Armati per il Comunismo (PAC), attivi negli anni 70, fuggì in Francia e venne condannato in contumacia nel 1993 all'ergastolo. Ha ottenuto in Brasile lo status di rifugiato, ma l'Italia esige l'estradizione e ci sono stati attriti abbastanza chiassosi tra le due diplomazie. Lo scontro è tra la difesa della sovranità brasiliana e la solidarietà anti-terrorista.
Va ricordato che in passato il Brasile ha concesso asilo politico a vari protagonisti degli anni di piombo, sia dell'estrema destra che di quella inistra.
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