miércoles, 16 de septiembre de 2009

Chiquita: Nulla a che vedere con golpe dell'Honduras

Peace Reporter (*): Chiquita-Italia nega coinvolgimento nel golpe - CIBCH ribadisce e specifica...

"E' semplicemente ridicolo". È con queste parole che Chiquita, una volta United Fruit e United Brands, multinazionale del mercato delle banane, smonta l'accusa rivoltale da vari osservatori internazionali che la vedono tra i mandanti del golpe del 28 giugno in Honduras.

Luciana Luciani, portavoce di Chiquita Italia, contattata da PeaceReporter, replica con tono duro alla Campagna Mondiale Boicot a Chiquita. Senza esitazioni dice: "Mentre attendo il comunicato ufficiale non esito a ripetere le parole già espresse sull'argomento dal capo supremo della mia azienda: è una tesi ridicola, semplicemente ridicola".

Magari. Purtroppo è tragico, è qualsiasi altra cosa, ma nientaffatto ridicolo. Il “capo supremo” non può smentire la cronaca nè la fedina penale storica e recente della multinazionale bananiera, sia in Honduras che in altri Paesi sudamericani.

Il Coordinamento Latinoamericano dei Sindacati Bananieri (Colsiba) ha denunciato le infernali condizioni di lavoro imperanti nei possedimenti della Chiquita: giornata lavorativa di 12 ore, donne bambini e lavoratori esposti agli effetti altamente nocivi del DBCP. Si tratta di un“antiparassitario” cancerogeno proibito che causa sterilità e deformazioni nei feti.

Questo è l’Honduras che i golpisti e agro-esportatori vogliono conservare ad ogni costo.La Chiquita si oppose radicalemente all’aumento del salario minimo decretato dallo spodestato Presidente Zelaya, e fu la punta di lancia dell’insubordinazione aperta e manifesta dell’associazione degli imprenditori dell’Honduras (Coehp), di cui è la parte più influente.

Il “capo supremo” non può nemmeno smentire una condanna della giustizia degli Stati Uniti che mise sotto accusa la Chiquita per aver assoldato i famigerati paramilitares colombiani, con un esborso di 1,7 milioni di dollari.

Un giudice impose una multa di 25 milioni di dollari, e riconobbe le buone ragioni dei familiari delle decine di contadini assassinati dai paramilitares incaricati di “mantenere l’ordine” sul latifondo bananiero. Il giudice stabilì che si trattava di terroristi.Era la fine degli anni ’90. Non il 1920, quando Sam “The banana man” Zemurray, poteva dire impunemente “In Honduras un mulo costa più caro di un deputato”.

I tempi stanno cambiando, i cittadini dell’Honduras hanno il diritto di esssere governati da quelli che loro scelgono nelle urne. Per questo, la società civile internazionale agirà contro il golpe militar-imprenditoriale, e colpirà con le armi della ragione e della non-violenza tutti i sostenitori politici ed economici dei golpisti.

Comité Internacional Boicot a Chiquita (CIBCH


*http://it.peacereporter.net/articolo/17558/Honduras%2C+il+golpe+delle+banane

1 comentario:

Anónimo dijo...

Gentilissimi,

Con riferimento ai numerosi articoli pubblicati sul vostro sito nell'ultimo mese che hanno chiamato in causa Chiquita, vi invio una nota ufficiale dell'azienda firmata da George Jaksch, Senior Director Corporate Responsibility and Public Affairs di Chiquita Brands International, che, nella logica di una completa e corretta informazione dei vostri lettori, ci auguriamo vorrete pubblicare.

Un saluto e a presto,

Matteo de Angelis

INC – Istituto Nazionale della Comunicazione
ufficio stampa Chiquita Italia

- quote -

Anversa, 23 settembre 2009

Alla c.a. della Redazione di Selvas.org

Gentile Redazione,

Vi scrivo in risposta agli articoli pubblicati su www.selvas.org che riportano le voci - totalmente prive di fondamento - circa un ruolo di Chiquita nei recenti sconvolgimenti politici in Honduras. Voglio essere chiaro e diretto: Chiquita non ha avuto alcun ruolo in questi eventi.

Il rispetto per le leggi locali, per le istituzioni e per le comunità costituisce il fondamento della nostra politica di responsabilità sociale. È una parte essenziale del nostro impegno nell’applicazione dei più alti standard legali, etici, ambientali e sociali. Vi posso assicurare che intendiamo tenere fede pienamente e consistentemente a questo impegno, e che abbiamo seguito questa linea di principio anche in occasione dei recenti conflitti politici in Honduras.

Nel corso degli ultimi due mesi, siamo stati a stretto contatto con i nostri dipendenti in Honduras, con i vertici del sindacato locale SITRATERCO e con IUF presso i quali abbiamo chiarito la nostra politica di non intervento nelle locali dispute politiche.

Chiquita è stata la prima multinazionale - tuttora, l'unica americana – ad aver siglato nel 2001 un accordo quadro con IUF (International Union of Foodworkers) e con COLSIBA (Coordinadora de Sindicatos Bananeros), che garantisce a tutti i dipendenti nelle piantagioni di banane il rispetto delle Convenzioni Internazionali dell' ILO. Dal 2004, inoltre, tutte le divisioni agricole di proprietà in America Latina sono certificate Sa8000, lo standard volontario di riferimento in materia di lavoro che si basa sulle convenzioni dell’ILO (International Labor Organization), la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo.

Non esitate a contattarci per qualsiasi ulteriore chiarimento.


Cordiali saluti


George Jaksch

Senior Director Corporate Responsibility and Public Affairs
Chiquita Brands International

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