miércoles, 20 de julio de 2011

Un nuovo media: DosMundos 2026

Dos mundos 2026

Caracas - Ha iniziato le publicazioni questa nuova web, di cui inseriamo il suo primo editoriale.
L'Europa entra nella porta stretta da cui il Sudamerica sta uscendo con successo - Neoliberismo che va, neoliberismo che viene

Stiamo vivendo un profondo cambiamento, con il declino delle economie dei paesi occidentali, sviluppati ma altamente indebitati. Prima del 2016 l’attuale leadership mondiale - USA e quelli che persisteranno nel vassallaggio - cederà il passo alla Cina. La Cina assieme ad altre potenze emergenti (Russia, Brasile ed India) dominerà lo scenario mondiale. Siamo al tramonto dell’occidente e del suo arsenale simbolico, imperniato sul dominio degli USA, del G7, di Wall Street, del coupon dollaro,
dell’uomo bianco, del cattolicesimo, in parte sostituito dalla fede nell’economia e nello spettacolo “umanitarista”.

All’unipolarismo occidentale forzato, stanno subentrando altri poli emergenti: Cina e mondo asiatico, Russia in proiezione eurasiatica, blocco sudamericano, quel che rimarrà dell’Europa. L’occidente perde predominio economico ed egemonismo geopolitico. Il modello oligarchico USA, basato sul finanziamento statale della corporazione militar-industriale, ha cessato di riprodursi con profitto. Troppe guerre combattute dal 1945 ad oggi, né vinte ne’ perse, combattute non per gli interessi della nazione usamericana, ma della sua élite razzista e militarista.

Il rovesciamento di prospettiva - la seconda opportunitá predicata da Brzenziski - giá non è perseguibile solo con la supremazia militare aeronavale. Probabilmente neppure l’ultima restante grande sfida della “conquista dell’Amazzonia”. La tardiva riedizione della archetipica “conquista del west”, come depredazione di nuova linfa vitale, è una affannata corsa contro il tempo.

La biodiversità capace di prolungare per un  altro secolo il modello depredatore è un miraggio di polvere denso delle macerie del dollaro, una Wall street pigmea, dei conati destrutturanti delle convulsioni interne. Neo-isolazionismo, crescente tensione anti federale e anti-fiscale, separatismo latente, autorizzano ad ipotizzare una meta massima di primus inter pares per l’oligarchia finanziaria che ha in pugno Washington.

Lo scenario di Igor Panarin non è fiction: California como estensione economica saldata alla Cina; il sud latinoamericannizzato, la parte atlantica collegata con quel che rimarrà dell’Unione Europea.

Ma le élites globaliste del vecchio continente, la rendita parassitaria, i resti del capitalismo finanziario improduttivo, riusciranno a pilotare con successo un'uscita neoliberista dal neoliberismo? Dopo la liquidazione dello Stato-sociale hanno osato con ingordigia sferrare l’attacco frontale anche agli Stati, rimanendo a mezza strada con una entità minimalista - post-modernista - fatta di moneta&mercato, senza geopolítica, senza popoli e senza esercito.

Il primo capitolo di questa vicenda si é appena cominciato a scrivere. Una cosa è certa: è insostenibile per Berlino-Parigi-BCE continuare a guardare Washington come la Terra promessa o La Mecca. E’ risibile il progetto di unificare mercati o diluire le borse europee con Wall Street e Nasdaq. Ci vuole altro, ben altro. Le élites post-moderniste - volgare potere reale de facto – nemiche ed estranee alla sovranità popolare, si ritrovano nel bel mezzo di una guerra economica con il gemello siamese d’oltreatlantico. Chi sarà Romolo?

Oggi, i grandi flussi di capitale disertano le Borse dell’occidente e convergono verso le aeree emergenti, laddove esistono valori tangibili (boom produttivo di merci veraci, alimenti o materie prime). Laddove la rivolta civica o le ribellioni popolari hanno dismesso l’ortodossia neoliberista in campo monetario, commerciale, finanziario e persino politico. L’UE sta entrando nel purgatorio da cui l’America Latina ha cominciato ad uscire nell’ultimo decennio, grazie al vituperato “populismo”, alla fine del dispotismo dei banchieri ed altri anatemici “ismi”.

Questo sito, questa agenzia di notizie, nato per iniziativa di europei, italiani, residenti in America Latina, cioè osservatori privilegiati che da anni raccontano il decadimento dell’Europa e dell’occidente, al riparo della cecità eurocentrista, si avvantaggia di un punto di osservazione privilegiato. Sullo spartiacque di due realtà sincronizzate su un differente orologio sociale. La prima ribellione generalizzata e di massa contro il FMI – il caracazo - data 1989, avviene in Venezuela. Nei dieci anni successivi, un numero di Presidenti sudamericani superiori alle dita di due mani, è costretto a fuggire dai rispettivi Palazzi. Il vituperato “populismo” impedì di imporre come politica di Stato le ragioni della casta neoliberista, istallatasi dopo la terapia del filantropo Pinochet.

Dal 1999, le ribellioni sono diventate alleanze político-sociali, poi diventate potere legislativo nella maggioranza delle nazioni sudamericane. Questi, sono rimasti sempre collegati ai movimenti sociali da cui scaturirono, e segnano l’inizio dell’uscita dal purgatorio. L’Europa inizia -con visibilità - un cammino inverso, ma solo il protagonismo attivo, puó detenere la depredazione della dittatura economica.
DM2026, con sede in Venezuela, racconterà queste vicende, continuando le attività de La Patria Grande. Un punto di riferimento per l’informazione alternativia di due mondi.Questa Agenzia  è aperta a studiosi, osservatori critici, personalità, che ovunque nel mondo, vogliano collaborare. 

DM2026
Attilio Folliero e Tito Pulsinelli, 
Caracas 06/07/2011
Asociacion civil “LPG 2007”
Dos mundos 2026

1 comentario:

Avenarius dijo...

Un saluto ad un'altra voce libera che, da un paese libero, si rivolge a chi nella morente Europa è stanco dei crimini dell'impero e dello strombazzamento dei suoi misfatti, presentati come "opere di democrazia e civilizzazione" dai prezzolati organi di propaganda dell'impero stesso.

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