Fidel Castro é al lumicino, dicevano la settimana scorsa i neocoloniali oppositori digitali del Venezuela. Fidel Castro é morto, rilanciavano i medesimi ieri, spalleggiati dall'eco dei loro colleghi latinos di Miami. E da tutta la Twitter-fanteria mediatica di complemento. Fidel Castro é vivo, e se la ride di fronte a questa operazione psyops montata in fretta per stornare l'attenzione dalla mancata morte di Gheddafi. Tentativo di sfocare un flop, e l'inattesa resurrezione dei suoi figli. Un diversivo per spostare l'attenzione dalla Libia,
e dalle profezie incompiute propagate con voracitá dal Pentagono, dalle nuove srutrutture addette alla guerra cibernetica, rivendicata ufficialmente come fronte bellico. Non trattano solo di sputtanare, isolare o indebolire il bersaglio nemico prescelto, ma arrivare a penetrarlo, contagiarlo con dati falsi per rallentare-deviare o paralizzare il meccanismo di risposta ed il suo processo decisionale.
Il video preparato negli studi di Al Jazira, abbinato alla reclusione di tutti gli inviati stranieri nell'Hotel Rixo ha reso credibile per 72 ore che Tripoli era stata espugnata dagli insorti e che Gheddafi e figli erano morti. Dei mercenari sbarcati in due tornate dagli anfibi della NATO, e del repulisti dei quartieri residenziali con liquidazione fisica dei funzionari medi del governo libico, non vi è nessuna traccia informativa.
I nostalgici neocoloniali venezuelani e la legione globalista di eiaculatori eternamente precoci, hanno ben poco da celebrare. Fidel Castro é ormai da un paio d'anni un privato cittadino che non ricopre nessuna carica nelle istituzioni di Cuba. Lì e' cominciatata una transizione assai diversa dalle apocalittiche aspettative dei nostalgici paggi. In ogni caso, Fidel Castro é sopravvissuto ai numerosi attentati reali orditi dalla Cia contro la sua vita, sopravvive anche alla morte virtuale, decretata da chi gioisce miseramente della morte altrui.
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