Fermi i 15 pozzi di Abu Affel, 130mila barili al giorno
L’imprea italiana ENI ha comunicato che il suo maggior giacimento di petrolio in Libia, noto come Elephant, è stato distrutto dalle truppe del colonnello Gheddafi, cosa che complicherà il ritorno del Paese africano sul mercato internazionale. Il complesso industriale, da dove prima delle operazioni militari si estraevano 130mila barili al giorno, è ora distrutto. E’ in polvere il
El ejército libio destruye el mayor yacimiento petrolero de la impresa italiana ENI
suo aeroporto e le importanti attrezzature indispensabili per il controllo automatizzato, oltre al sistema elettrico. “Non possiamo promettere che il giacimento torni a funzionare prima della fine del presente anno. L’esercito libico ha distrutto tutto”, ha segnalato Mustafa Abugfiifa, responsabile esecutivo dell’ENI in Libia.La riattivazione può essere più lunga del previsto perchè quell’area è teatro di scontri tra i ribelli e le truppe leali a Gheddafi. A fine settembre, l’ENI ricominciò le operazioni di estrazione del petrolio nei 15 pozzi di Abu Attifel, situato a 300 kilometri a sud di Bengasi. Fu la prima compagnia a reiniziare le attività nel Paese africano, dopo che dal 1959 mise in Marcia vari progetti riguardanti gli idrocarburi.
Articulo completo en:http://actualidad.rt.com/economia/companias/issue_30654.html
El proceso de recuperación puede tomar más tiempo del previsto, debido a que el área en la que se encuentra sigue siendo foco de los enfrentamientos entre los rebeldes y las tropas de Gaddafi.
A finales de septiembre Eni reanudó la producción de petróleo en 15 pozos del depósito Abu Attifel , situado a 300 kilómetros al sur de Bengasi.
La italiana, que puso en marcha varios proyectos de producción de hidrocarburos a nivel comercial en Libia en 1959, fue la primera compañía que reinició la producción en el país
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