jueves, 30 de enero de 2020

Il fattore RIC nel blocco del BRICS

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Oswaldo Espinoza * Il mondo sta andando inesorabilmente verso un nuovo ordine  multipolare e policentrico, con un evidente spostamento del centro di gravita' economico e geopolitico mondiale dall'Atlantico del nord alla latitudine dell'Asia-Pacifico, accompagnato dall'ascesa della Cina come seconda economia globale e il ritorno della Russia come attore di primordine sullo scenario internazionale. Sono dati non discutibile di questa tendenza.

Il gruppo dei BRICS (Brasile,Russia, India, Cina e Sudafrica), sebbene attualmente non sia in una fase di fulgore -tra l'altro per il cambiamento politico nella sua prima lettera (NdT Brasile)- e' arrivato a rappresentare e simbolizzare il preludio del nuovo ordine mondiale.

Si tratta di 5 economie emergenti, in ascesa e di importanza sempre crescente nelle loro rispettive regioni, ma l'analisi deve andare molto piu' in la. In altri articoli ho sottolineato che la presenza in questo blocco, sia del Brasile, come del Sudafrica, e' un fattore che dimostra che per qualsiasi progetto egemonico -uni o multipolare- e' imprescindibile disporre delle enormi risorse dell'Africa e del Sudamerica. In ogni modo, il cuore della proposta multipolare e pluricentrica non si trova negli estremi dell'aronimo del BRICS ,a nal suo cuore.

Il potenziale del fattore RIC

Russia, India e Cina si trovano in un triangolo asiatico, in cui attualmente si concentrano in genti risorse naturali, la maggioranza della popolazione mondiale, e conforma il mercato piu' grande del pianeta. E, se non bastasse, nelle sue propaggini risaltano le rotte marittime e terrestri piu' usate, con i principali porti commerciali. Ci riferimo all'oceane indiano, il sudeset aiatico, il mare della Cina, il mare del Giappone, il golfo Persico e la sempre piu' vitale rotta dell'Artico.

Le economie di queste tre nazioni sono nel “ten top” mondiale, con la Cina in seconda posizione che si proietta a quel primo posto, attualmente occupato dagli Stati Uniti; mentre l'India si consolida tra le grandi potenze economiche (non solo a livello regionale); e la Russia sta recuperando nonostante le sanzioni occidentali congiunte. Certo che rimane ben distante dagli Stati Uniti e Cina.

Va de sè che le pretese di egemonia sullo scacchiere mondiale devono essere sorrette con il potere, nel “global fire power” del 2019, questi tre paesi occupano il secondo postto (Russia), terzo (Cina) e quarto (India) nel “ranking” delle forze armate piu' poderose. In uesto terzetto vi sono potenze nucleari e dispongono di eserciti numerosi che -coordinando le forze di terra, navali ed aeree- sarebbero in condizione di infondere timori anche al maggior potere militare della terra.

Gli ostacoli per un'alleanza che ancora non c'e'

Russia, Cina e India hanno frontiere comuni, specialmente la Russia con la Cina e quest'ultima con l'India. Il buon vicinato non sempre e' stato soddisfacente nel passato, si sono anche surriscaldate in alcune occasioni. Attualmente la Russia e la Cina si considerano partner strategici, condividono interessi comuni, ma non si possono considerare alleati in tutto il significato del concetto. Questo, in ogni modo, e' fonte di preoccupazione per gli Stati Uniti e la NATO, nonostante una latente diffidenza storica, reciproca tra Mosca e Pechino. Dall'altro lato, le relazioni cino-indiane appaiono piu' tese. E' in gioco la questione del Tibet, il controllo dell'oceano indiano e l'appoggio cinese al Pakistan, che rimane sempre il maggior rivale dell'India.

Un accordo che cambierebbe il mondo

Chi scrive non pretende garantire che quel che state leggendo sta per accadendo o avverra' presto, ne' profetizzare sulla base di una assurda futurologia. Al contrario, si tratta di delineare uno scenario con un potenziale di accelerazione dell'ordine multipolare e pluricentrico. La possibilita' di un accordo tra i protagonisti di cui tratta questo articolo, per prima cosa implica il superamento delle frizioni e del contenzioso territoriale o geografico di ognuno. Spetta alla Russia fungere da negoziatore di questo ipotetico patto, mettendo a frutto le buone relazioni che mantiene con gli altri due.

In questo scenario, il fattore determinante e' la Cina, che pero' e' quella che dovrebbe fare piu' concessioni. Dovrebbe riconoscere il controllo dell'India sull'oceano Indiano e quello della Russia nell'Artico, a condizione che venisse garantito il transito dei cinesi dall'Indiano al golfo di Oman e golfo Persico, come pure lungo le coste dell'Africa orientale e del mar Rosso.

Sono punti vitali per concretizzare l'iniziativa della Via della Seta e delle sue rotte; allo stesso tempo la Russia dovrebbe fornire tutte le garanzie affinche' la Cina disponga di una rotta corta verso l'Europa attraverso l'Artico. A loro volta, la Russia e l'India devono concordare le zone di influenza nell'Asia centrale e meridionale. 

Cio' implica che enrambi riconoscano il controllo cinese sul Pacifico e l'agibilita' completa delle vie terrestri per la nuova Via della Seta, affinche sia una vera e propria alleanza, devono stabilire meccanismi di integrazione, coperazione e assitenza reciproca in materia difensiva (NdT ora esiste l'Organizzazione del Patto di Shangai) che includa l'integrazione di risorse quali il patrimonio industrial-militare e la tecnologia strategica.

Non possiamo concludere questa dissertazione senza considerare un paio di avvertenze: l'India ha la consuetudine di mantenere -o tentare di mantenere- buone relazioni sia con gli Stati Uniti che con la Russia, evitando di schierarsi ufficialmente a favore dell'uno o dell'altro. . Questa e' una politica che l'India sembra che continuera'. 
 
Per ultimo, nulla puo' garantire che a lungo termine il progetto cinese sia quello di un mondo condiviso, multipolare e pluricentrico; forse la Cina ritiene questo ordine come una fase transitoria, nel quadro della meta taciuta di convertirsi nel nuovo potere egemone mondiale, spiazzando agli Stati Uniti. Forse con un sistema di relazioni differente a quello stabilito dallo zio Sam. Questo, pero', e' qualcosa impossibile da determinare adesso.

* Docente de estudios políticos.Investigador CIM, Caracas, Venezuela  fonte qui

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