Emilio Molinari (*)
LEGGE: Anche Tremonti si dice d'accordo, ma una norma dello scorso agosto prevede entro il 2010 la privatizzazione dei servizi idrici locali
Il Ministro Tremonti, intervistato dal Corriere detta Sera, parla di valori
simbolici e spirituali che rendono l'acqua insostituibile, da cui zampilla la vita stessa... "Acqua e Cibo, non sono da abbandonare alla logica del profitto privato.. .non sono problemi di sola tecnologia, risolvibili con la scienza, ma sono i problemi della politica e della morale.. .l'efficienza economica ha poco o nulla a che fare con il soddisfacimento dei bisogni primari... "
Sono le parole del movimento dell'acqua, di migliaia di cittadini e di centinaia di sindaci, impegnati neìl'impedire la messa sul mercato di questo bene comune e la privatizzazione dei sema idrici.
Stanno scritte in una legge d'iniziativa popolare, firmata da 400.000 cittadini e consegnata al parlamento nel 2007, nella quale i servizi idrici non sono dì carattere economico, ma nello spirito dell'art. 43 della Costituzione, starmo mila sfera dell'interesse generale, da gestire pubblicamente.
Bene sig. Ministro: lei ci conferma nelle nostre convinzioni, anche quando mette in guardia dall'idea che il mercato sia la risposta alla domanda di Diritti fondamentali. Ha detto cose che nessun politico italiano ha finora pronunciato, ma è in grossa contraddizione con il suo ruolo.
Il 6 Agosto, la legge 133 presentata dal suo Governo e votata all'unanimità dal parlamento, ha definito tutti i servizi pubblici locali compreso l'acqua, di carattere economico, ha reso obbligatorio per Comuni, Province e ATO, privatizzare, entro il 31 Dicembre del 2010, tutti i servizi pubblici locali del nostro paese, compreso i servizi idrici.
Tutti i servizi pubblici tolti alla gestione degli enti locali e consegnati a poche SPA italiane, a banche e a due multinazionali francesi. E' un fatto storico che merita una discussione pubblicai/acqua diventa una merce quotata in borsa: ACEA, BUDE, HERA, A2A, SUEZ, VE-OLIA, le loro fusioni, le banche e "i fondi "domineranno il mercato idrico e dei servizi, italiano.
Ma se i Comuni non gestiscono più, beni comuni e servizi essenziali, se si cancella un pezzo di storia dei municipi e delle municipalizzate, cosa diventa la democrazia? E i sindaci? Giocheranno in borsa con derivati e i titoli spazzatura, venderanno il territorio per fare cassa, gestiranno la paura e l'ordine pubblico?
Questo non è: interesse generale e primato della politica, di cui lei parla. Che senso ha parlare di "svolta storica del federalismo fiscale" senza beni comuni, senza servizi pubblio da gestire da parte delle comunità locali? Sig. Ministro si stanno intrecciando tre crisi che rischiamo di diventare una terribile crisi di civiltà. - la crisi economica e finanziaria. -La crisi delle risorse, di cui Acqua e Cibo sono i paradigmi più evidenti (un miliardo di profughi idrici e 820milioni di contadini della sussistenza cancellati.)
La crisi della democrazia, che nasce dalla paura di questa miliardo di assetati e affamati e dalla privatizzazione della politica e delle 'istituzioniprigioniere della borsa e delle lobby economiche e criminali. Il crollo finanziario altro non è che il fallimento delle privatizzazioni e della idolatria dell'Efficienza, Efficacia, Economicità del privato e del mercato.
E' una catastrofe da anni 30 si è detto, ma dell'ubriacatura delle privatizzazioni nessuno fa cenno. Allo Stato, al quale si è chiesto di ritirarsi dall'economia, al denaro pubblico, introvabile per riparare reti idriche, fare sanità, scuola, servizi essenziali, si chiede di salvare l'economia dell'azzardo, affermando il primato dell'investitore su quello del cittadino. Miliardi, che richiederanno nuovi tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, un ulteriore declino della partecipazione
Non pretendo di formulare proposte per la crisi in atto, resto sul terreno da lei indicato: acqua, e cibo. Ricordare gli anni 30 però, dovrebbe far pensare ad nuovo New Deal e ad un nuovo Welfare, di investimenti pubblici per servizi essenziali gestiti localmente, in modo partecipato dai cittadini, con i quali rilanciare l'occupazione.
Sig Ministro, in molte parti del mondo sull'acqua, si sono piantati dei solidi picclietti: in America Latina le Costituzioni dichiarano l'acqua non mercificabile, la municipalità di Parigi se ne riprende la gestione, la Svizzera la dichiara monopolio di Stato, in Belgio, l'Austria, l'Olanda, persino negli USA, l'acqua è pubblica. L'acqua non è un bene di carattere economico, lei l'ha confermato, ma coerenza vuole che almeno:
- si scorpori il servizio idrico dalla legge 133 e si apra una discussione sui servizi di interesse generale (art 43 della Costituzione) e sulla legge di iniziativa popolare del movimento.
-si intervenga con un piano di investimenti pubblici per rinnovare l'intera rete idrica italiana che disperde il 35% della preziosa acqua.
• sì chieda all'Europa di predisporre un Fondo pubblico per portare acqua potabile e per l'alimentazione di base, nel Sud del mondo.
- si partecipi al Forum Mondiale dell'Acqua di Istanbul2009, dichiarando che l'acqua è un diritto umano, da sottrane alle multinazionali. C'è un'altra crisi in atto sig. Ministro ed è quella dà linguaggi "virtuali" che la polìtica adotta e die non coincidono mai con i fatti e la realtà.
Anche questo è un pericolo per la democrazia.
Emilio Molinari
presidente del Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull'Acqua
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