miércoles, 30 de septiembre de 2009
Città del Messico: Marcia delle donne
Clara Ferri
Città del Messico. Lunedì 28 settembre, ore 16:00. Sfidando Tláloc, il dio azteco della pioggia, un nutrito numero di persone, tra uomini, donne e transessuali di ogni età e classe sociale, si è concentrato nella emblematica Piazza del Monumento alla Madre per dar vita ad un agguerrito ma non meno gioioso corteo in difesa del diritto delle donne di decidere liberamente in materia di maternità.
Al grido di "Aborto legale, diritto fondamentale", sono sfilate le principali organizzazioni femministe che difendono i diritti e la salute sessuale e riproduttiva delle donne, accompagnate da un gran numero di liberi/e cittadini/e.
Preooccupati/e per la recente ondata retrograda e bigotta di iniziative legali sotto forma di riforme costituzionali dei singoli stati (per l’esattezza, 16 su 32), che mirano a limitare ulteriormente la ristretta casistica in cui è legalmente consentita l'interruzione volontaria della gravidanza in Messico (violenza carnale, grave malformazione del feto e pericolo di vita per la gestante), i/le manifestanti si sono snodati lungo la centralissima Avenida Paseo de la Reforma fino a giungere all'Emiciclo a Juárez, simbolo nazionale della difesa dello Stato laico.
Su un carro trascinato a mano da un gruppo di “pecoroni” con il volto e il nome dei governatori degli stati “inquisitori”, venivano portate verso la prigione delle donne colpevoli di “aver deciso liberamente”. Seguiva l'immancabile e contagiosa batucada aperta da quattro trampoliere che si sono anche cimentate in uno spettacolare hip hop liberatorio.
Non potevano mancare i principali attori politici (per lo meno, le loro silhouettes) che hanno permesso e propiziato le recenti riforme costituzionali statali: in primis, il presidente Felipe Calderón, ma anche Mario Fabio Beltrones e Beatriz Paredes del PRI, Elba Esther Gordillo (leader vitalizia del sindacato dell'educazione) e il vero impulsore di queste riforme, il cardinale Norberto Rivera. L'evento si è concluso con una libera interpretazione in chiave depenalizzante di I will survive di Gloria Gaynor da parte delle scenografiche e simpaticissime Reynas Chulas.
Secondo il “Manifesto per il Diritto di Decidere e la Difesa dello Stato Laico", in Messico tra il 2002 e il 2006, l'80% delle donne incinte non voleva esserlo. Attualmente il 36,2% delle gravidanze non desiderate si verifica in ragazze d’età inferiore ai 20 anni e le complicazioni per gli aborti clandestini rappresentano la quinta causa di morte materna. Pur avendo legislazioni
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