(da Kaosenlarede.net - traduzione italiana di Anita Silviano)
La tratta dello sfruttamento sessuale delle donne e delle bambine è uno degli aspetti più gravi della violenza di genere e coinvolge in maniera diretta la violazione dei diritti umani. La pratica costante della tortura e dell’assoggettamento sono sistematicamente coperti dal potere economico, giudiziario e di polizia che l’avvolge nel manto sacro dell’impunità.
Questo flagello che si trascina caratteristiche e condizioni strutturali nel corso dei secoli è un delitto che riduce milioni di persone in schiavitù ed è la seconda attività (illecita) nel mondo dopo il traffico di droga.
L’Organizzazione Internazionale del lavoro (OIT, 2006), afferma che in Argentina, sono coinvolti direttamente o indirettamente circa 500.000 persone, essendo questo paese il luogo d’origine, transito e di destinazione di cittadini/ne stranieri/e catturati/ e sfruttate sessualmente, provenienti da paesi limitrofi, principalmente , secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), dalla Bolivia e Paraguay, e secondariamente dal Perù e dalla Repubblica Dominicana e perfino da Cina e Corea.
Tuttavia anche se non vi sono statistiche ufficiali sulle donne scomparse,si può lo stesso osservare che non ci sono politiche attive sia per il perseguimento dei reati, o di prevenzione,contribuendo a rendere invisibile questa piaga e alla impunità che permette l’efficace funzionamento dei meccanismi della tratta.
Il business della schiavitù
L’esistenza della rete della tratta delle donne è parte di una società che naturalizza la prostituzione, senza scavare il sottostante rapporto di dominio. La concezione del corpo femminile come proprietà maschile e quindi, bene da consumare, affittare o vendere è il fondamento culturale dello sfruttamento sessuale.
Le donne vittime della rete della tratta so sempre più giovani: il 48% ha meno di 18 anni. In questo senso, Richard Poulin, professore e ricercatore canadese sul processo di globalizzazione dell’industria del sesso, ha messo in guardia circa la complicità degli organismi multilaterali del credito come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale nell’incremento della tratta giovanile. In un’intervista il ricercatore denuncia come le politiche neoliberiste espresse dal Banca Mondiale e i piani di aggiustamento strutturali del Fondo Monetario incoraggino i paesi a promuovere l’industria del sesso attraverso la concessione di prestiti per la creazione di imprese turistiche e di intrattenimento. L’industria del sesso si sta espandendo a livello globale, investendo le popolazioni più vulnerabili, in primo luogo, rifugiate politiche, bambine, migranti irregolari, membri di minoranze etniche e razziali.
Secondo le ricerche dell’Organizzazione “ La Casa dell’Incontro” in questo business, vi è una stretta correlazione tra la fase del capitalismo attuale e il patriarcato. Le aeree che definiscono il destino delle donne sono anche le zone di maggiore attività economica. Per esempio, la via del petrolio in Patagonia, quella della soia, del turismo di strada a Cordoba. I luoghi insomma dove è garantita la presenza massiccia dei “clienti”. (…)
Soldi facili, corpo abusato
Il Nord-est argentino, si presenta come una zona di reclutamento di persone a scopo di sfruttamento, per lo più donne, per lo sfruttamento a scopi sessuali, secondo una ricerca realizzata dall’ Unidad Fiscal de Asistencia en Secuestro Extorsivo y Trata de Personas (UFASE) della Procura Generale. Mentre altre province, come Cordoba, Buenos Aires, La Pampa,Santa Cruz,si caratterizzano principalmente come luoghi di destinazione collegati alle attività economiche.
Riparati da un sistema di protezione e di corruzione della polizia; bordelli, gioco d’azzardo e droga, lavoro svolto liberamente con la connivenza di funzionari locali o anche con la “regolamentazione” dell’attività come se fosse una normale attività commerciale. A Rio Gallegos, ad esempio, la zona della prostituzione conosciuta come “La Casitas” funziona a vista di tutta la popolazione, nella quale uno dei primi raid per la salvezza delle vittime dello sfruttamento sessuale è stato reso possibile dall’azione di una giudice. A questo proposito la giudice ha dichiarato che “questa città rappresenta un nodo importante per il delitto di tratta, come espressione della marginalità, della deplorevole situazione economica, culturale ed educativa... è un richiamo allettante per chi commercia in esseri umani, perché in definitiva non ci sono alternative”
Il Nord-est argentino, si presenta come una zona di reclutamento di persone a scopo di sfruttamento, per lo più donne, per lo sfruttamento a scopi sessuali, secondo una ricerca realizzata dall’ Unidad Fiscal de Asistencia en Secuestro Extorsivo y Trata de Personas (UFASE) della Procura Generale. Mentre altre province, come Cordoba, Buenos Aires, La Pampa,Santa Cruz,si caratterizzano principalmente come luoghi di destinazione collegati alle attività economiche.
Riparati da un sistema di protezione e di corruzione della polizia; bordelli, gioco d’azzardo e droga, lavoro svolto liberamente con la connivenza di funzionari locali o anche con la “regolamentazione” dell’attività come se fosse una normale attività commerciale. A Rio Gallegos, ad esempio, la zona della prostituzione conosciuta come “La Casitas” funziona a vista di tutta la popolazione, nella quale uno dei primi raid per la salvezza delle vittime dello sfruttamento sessuale è stato reso possibile dall’azione di una giudice. A questo proposito la giudice ha dichiarato che “questa città rappresenta un nodo importante per il delitto di tratta, come espressione della marginalità, della deplorevole situazione economica, culturale ed educativa... è un richiamo allettante per chi commercia in esseri umani, perché in definitiva non ci sono alternative”
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