jueves, 3 de noviembre de 2011

...e continuano a chiamarla "crisi"

L'Europa ridotta a tandem non é unione né moneta - Parigi&Berlino esportano ai 27 i loro problemi - Stati Uniti d'America stanno vincendo la partita contro il blocco europeo
T.P. - Continua la profusione delle metafore, la sterilizzazione dei significanti e dei concetti. Continuano a chiamare "crisi" l'onda d'urto che ha giá travalicato i confini dell'economia; sfuggita dalle mani dei ministri delle finanze, dei governi e dei piccoli banchieri nazionali. Chiamano "crisi" quel che é una vera e propria collisione frontale tra i vecchi e nuovi protagonisti del panorama multipolare mondiale. Non "crisi", ma guerra sul terreno economico, finanziario, monetario, commerciale, mediatico e militare (in certe aeree). E' guerra globale, combattutta con tutti i mezzi,
 salvo quelli militari (per ora). Il campo "occidentale", stenta a preservare gli stilemi e costumanze protocollari di presunti "alleati",  e si appalesa come un colosseo dal terreno minato, dov'e' in corso una lotta di tutti contro tutti.

Gli Stati Uniti d'America stanno vincendo la partita contro il blocco europeo e la sua precaria impalcatura politica, e si apprestano a disintegrare anche la sua moneta. Sono riusciti a collocarlo sul banco degli accusati, nonostante il debito da Guiness dei primati di Washington. Nonostante la criminale "bolla immobiliare" e la bancarotta di Lehman Brothers siano stati l'epicentro sismico dell'ultima tappa dello sfascio globalista. Fedeli alla linea che il loro debito é sempre esportato, e che in realtá é un problema del mercato-mondo. Gli USA stanno liquidando l'euro e l'UE, con la complicitá attiva dell'elite finanziaria del vecchio continente, che continua a distrarre la plebe additando lo spauracchio del pigmeo greco.

La BCE, gemella siamese dell'oligarchia finanziaria d'oltreatlantico, in conclamato concubinaggio con il FMI, coagula gli interessi dell'élite usurpatrice decisa a rifondare la societá europea alla misura del suo appetito. Elite subalterna, avida e trionfalista che dilató a dismisura  una "unione" che -dal patto sul carbone e l'acciaio- era arrivata con molta gradualitá a un mercato comune. Con la bacchetta magica e la spocchia, passarono da 6 a 27 Stati, approdando ad una entitá generica di "mercato+moneta", che realizzava l'utopia neoliberista dei banchieri. L'Europa in mano a costoro, senza geopolitica e partecipazione sociale, é ridotta ad un tandem in cui Parigi&Berlino fanno e disfanno. Sarkozy&Merkel non sono neppure l'ombra ingrandita di Schuman, Adenauer o Degasperi, e giocano d'anticipo per non rimanere con il fiammifero in mano. Imitano gli Stati Uniti, esportando ai 27 il peso morto dello stock di speculazione cartacea accumulate nelle loro banche.

Nella coreografia di questo cupo balletto di bronzo é ancora assente un elemento centrale: il protagonismo delle vittime sacrificali designate. Protagonismo attivo, per scongiurare il consolidamento dello Stato del benessere sociale dei finanzieri, e delle sovvenzioni pubbliche ai banchieri.

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