viernes, 14 de marzo de 2014

Le 15 domande di un gesuita sui motivi della violenza in Venezuela

 Panamá, 7mar 2014.- Il sacerdote gesuita panamense Jorge F. Sarsaneda Del Cid ha diffuso nella rete 15 domande ovvie per la grande stampa che mettono in discussione le motivazioni della violenza scatenata da parte della destra fascista in Venezuela:
  1. Perché tanta violenza per una presunta “assenza” o mancanza di accesso al cibo se The Economist ha pubblicato questa settimana che l’irreperibilità ha coinvolto circa il 28% dei prodotti? Perché gli stessi analisti non prevedono qualcosa di simile in Repubblica Domenicana, paese nel quale, secondo Latinobarometro, circa il 70 per cento della popolazione non ha denaro sufficiente per comprare cibo ogni mese.

  2. Perché l’epicentro delle proteste per la “scarsezza” è a Piazza Altamira, nel centro delle urbanizzazioni delle classi accomodate e con abitanti di pelle tanto bianca, e non come è più logico nei quartieri poveri e di popolazione meticcia, essendo il Venezuela il paese con la più alta percentuale di afro-discendenti del Sud America, a eccezione del Brasile?
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  3. Perché l’Unesco riconosce il Venezuela come il quinto paese con la maggiore quantità di nuovi iscritti all’universitaria del mondo, numero che è cresciuto più dell’800%, con circa il 75% di iscritti ineducazione superiore, e senza dubbio no si conosce una sola lotta del “movimento studentesco” i cui si parla per queste conquiste, mentre ci sono “studenti” che manifestano contro le “torture” e per il “cibo”?

  4. Perché se gli studenti della educazione superiore in Venezuela superano già la quota di 2 milioni e 600 mila (vale  adire, circa 20 volte di quelli di Panama) le manifestazioni che si registrano sono piuttosto dei “fuochi” o gruppi di decine, o al massimo, centinaia di persone?-
  5. Perché se è normale e di abitudine che gli studenti o i sindacati manifestino per maggiori beni e  servizi pubblici, e leggi più democratiche ed eque, gli studenti che manifestano in Venezuela lo hanno fatto per la carta igienica, difendendo la proprietà privata sui media di comunicazione e i negozi di consumo?

  6. Perché non si conosce ancora il nome di nessuna federazione o organizzazione studentesca, nessuna dichiarazione di richieste né il nome di nessuno dei suoi più importanti dirigente o membri di direttivo, e invece si conoscono i nomi di conosciuti ed antichi leaders dell’opposizione dei partiti ed elettorale, coinvolti nelle azioni golpiste del 2002 e 2013?




  7. Perché e chi produce le immagini false di torture, assassinii e posteriori vessazioni ai confusi fatti del 12 febbraio del 2014, manipolando foto del Cile, Europa o Siria affinché appaiano nelle reti sociali e persino nei media come la CNN come se fossero avvenuti in Venezuela?

    Quale leadership democratica e civile si è avvalsa di cose simili nella storia?
  8. Perché se i bolivariani e i loro alleati  hanno vinto le elezioni del 2012 e del 2013, includendo le municipali di dicembre ultimo scorso quando hanno ottenuto il 55% dei voti ed il 76% dei comuni, si dice che il governo è oggi “minoranza”? Perché si propone la rinuncia come uscita dalla “crisi” o anche un anticipato referendum revocatorio, al di fuori tutti gli ambiti ed i procedimenti legalmente stabiliti per questo nella Costituzione realizzata con la stessa leadership bolivariana [che non vogliono riconoscere]?

  9. Perché si invoca l’assenza di dialogo se solo appena due mesi prima in Venezuela c’è stato un incontro storico tra l’Esecutivo nazionale e tutti i sindaci appena eletti, sia quelli vicino al governo che gli oppositori, e quindi con la partecipazione di tutti i partiti e posizioni? Con chi si dialoga, chi dirige, chi è responsabile della “crisi”?

  10. Perché il principale – e praticamente unico – portavoce delle manifestazioni, che si dicono pacifiche e causate dall’inefficienza del governo, è Leopoldo López, persona che non conta con nessuna rappresentanza salvo quella del suo minuscolo partito, e il suo appello più importante è, da vari mesi, “cacciare chi governa”? Cosa ha a che fare il Tea Party (ultradestra degli USA) con ciò, poiché si conosce la relazione molto stretta con López?

  11. Perché non usano i governatori, i sindaci e i deputati nell’Assemblea Nazionale e in quelle statali per proporre un corso di azione pacifico e politico, e perché non canalizzano attraverso la loro enorme incidenza mediatica le denunce di “corruzione”, “frode”, “totalitarismo”, “fame e repressione” con prove irrefutabili e inequivocabili -non twitts né estratti di Youtube – come invece facevano le opposizioni a Trujillo, Balaguer, Pinochet o Videla?
  12. Perché si protesta se in Venezuela più del 42% degli investimenti dello Stato sono per le spese sociali? Secondo dati internazionali, cinque milioni di persone sono uscite dalla povertà, quindi chi protesta? Perché si protesta se è stato sradicato l’analfabetismo? Di che si lamentano “gli studenti” se sono quintuplicati il numero degli insegnanti nelle scuole pubbliche (da 65 mila a 350 mila) e se sono state create 11 nuove università?

  13. Perché si dice che in Venezuela si soffre una tanto grave mancanza di alimenti che giustificherebbe le distruzioni e gli incendi, se è stato uno dei 4 paesi che meno ha sofferto la fame in America latina nel 2012 (secondo le fonti della FAO e dell’OMS), questa è inferiore al 5%, uno dei paesi con il maggiore indice di bambini e giovani obesi?

  14. Seguendo la logica dominante, come mai non si verificano ribellioni più gravi in un paese fratello come la Colombia, nel quale la fame è stata sofferta dal 12,6% della popolazione, vale a dire quasi il triplo che in Venezuela?

  15. Perché se la causa delle distruzioni, degli incendi e delle manifestazioni è l’irreperibilità dei prodotti basici, si osservano azioni di tipo politico e non saccheggi di negozi e di magazzini, che ci si aspetterebbe di norma quando si tratta di carenza generalizzata? Perché uno dei dirigenti oppositori, Henrique Capriles, afferma che si deve a mancanza di medicine se i miglioramenti nel campo della salute in Venezuela si trovano tra i più evidenti della regione.

    Perché?
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    Potremmo continuare a fare molte domande. La cosa certa è che mentre i latinoamericani si insultano, si accusano e litigano, i grandi monopoli del mondo fanno il loro calcoli per sottrarci il petrolio, il rame, il litio, l’acqua e le tante tante ricchezza che abbiamo. Su questo punto dovremmo prestare la nostra attenzione.

-[Traduzione C. Brescia]

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